I gatti ed il freddo

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Gli animali, ed i gatti in modo particolare, hanno bisogno di cure e di attenzioni nei mesi invernali, quando la temperatura scende repentinamente: i gatti sono comunque animali resistenti alle variazioni di temperatura grazie all’isolamento termico prodotto dal pelo, che agisce come una camera d’aria isolante attorno al corpo, che viene mantenuto pertanto ad una temperatura costante.

I problemi sorgono quando tale camera isolante viene a mancare, a causa ad esempio di una caduta in acqua fredda o ad una lunga esposizione al freddo o sotto la neve. In tali casi occorre agire repentinamente per evitare spiacevoli conseguenze per il micio: la temperatura in tali casi infatti si abbassa velocemente con pericolo per la salute dell’animale.

Vi sono aree del corpo maggiormente soggette al congelamento, come orecchie, coda, orecchie, arti e organi genitali: tali zone infatti sono meno protette dal pelo e dunque soffrono maggiormente l’esposizione esterna alle basse temperature. Se la zona da un colore rosato diventa scura ed insensibile, è in atto un congelamento.

Oscar, un cane da giro del mondo

cane giro del mondoUn cane da guinness, Oscar. Niente a che vedere con i soliti primati della coda più lunga, con concorsi di bellezza, altezza al di fuori della norma o longevità. Stavolta a far diventare insuperabile un amico a quattro zampe è stato un viaggio. Non una semplice visita toccata e fuga insieme al padrone in una sola città, bensì un vero e proprio giro del mondo. Vi ricorda qualcosa? Eh sì, stavolta però a compiere l’impresa è stato un cane, Oscar, che ha così rivendicato il titolo di più intrepido esploratore del regno animale dopo aver toccato con le proprie zampe il suolo di decine di Paesi, facendo scalo nei pressi dei monumenti più famosi di tutta la terra.

La foto in homepage lo ritrae sotto la Statua della Libertà, tappa obbligata per chi si reca negli Stati Uniti, che sia un cane o un turista in carne ed ossa poco importa. Oscar nei suoi viaggi ha toccato tutti e cinque i continenti, visitando 29 paesi, e sostando nei luoghi più suggestivi dell’intero mappamondo, dalla Torre Eiffel al Taj Mahal.

Boston Terrier, il gentleman in nero

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Una volta le categorizzazioni canine erano molto semplici, anche semplicistiche, si potrebbe dire. Terrier erano tutti quei cani che cacciavano roditori e piccoli animali da cunicoli e che frugavano nei buchi del terreno. I cani grossi erano tutti Mastiff e i cani da caccia non potevano che essere Setter o Spaniel. I Terrier, più di tutti, appartengono a una precisa categoria, cagnolini piuttosto piccoli, con dentro un fuoco difficile da spegnere. Attaccabrighe, giocherelloni, iperattivi, e molto fedeli.

Il Boston Terrier è una razza nativa americana, che un tempo fu popolare tanto quanto la torta di mele. L’incrocio è tra il Bulldog Inglese e il White English Terrier e il risultato è stato questo piccolo molosso, bullo e smargiasso. Le prime documentazioni della razza risalgono alla fine del XIX secolo e i suoi sostenitori, a Boston, lo chiamarono Round Head o Bull Terrier, facendo infuriare i proprietari di Bulldog o Bull Terrier veri, che ritenevano inesatta questa classificazione, proprio per andar contro a quelle generalizzazioni di cui si parlava prima. Comunque sia, una volta che la razza si diffuse e divenne sempre più apprezzata l’American Kennel Club la riconobbe e la confermò come razza originaria americana.

E’ un cane intelligente dall’aspetto tenero, che però venne utilizzato nelle arene di Boston per il combattimento tra cani e infatti la razza ancora oggi si mostra molto fiera e tenace nel combattimento, non molla mai la presa e il Boston Terrier non si tira mai indietro se viene attaccato. In Inghilterra divenne noto come “il gentleman in nero”, visto che sembra che abbia una giacca nera e che resti impettito nel suo sparato bianco senza alcuna macchia.

Come far passare un Natale sicuro ai vostri animali

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Così come sono piacevoli per noi, le feste di Natale devono essere un periodo sereno anche per  nostri amici animali; forse non ce ne rendiamo conto, ma a Natale aumentano i rischi per la salute di cani e gatti. Qualche esempio? Le luci dell’albero che possono folgorare gli animali, i petardi che li spaventano, le piante tossiche, i peluche dei bambini che possono soffocarli e gli assaggi di dolci natalizi. Per cercare di prevenire questi incidenti l’Enpa, l’Ente Nazionale per la Protezione Animali, ha stilato una lista di suggerimenti utili per un Natale sereno per animali e uomini.

Nei giorni scorsi abbiamo già affrontato l’argomento delle piante tossiche per gli animali, e dei pericoli che si possono nascondere dietro lo scintillio dell’albero di Natale; oggi affronteremo il capitolo degli “assaggini”; forse non tutti sanno che anche pochi milligrammi di cioccolato possono essere letali per gli animali, quindi, se volete che i vostri animali festeggino con voi, comprate i dolci adatti a loro, pur prestando attenzione a non esagerare nelle porzioni.

I cibi “umani” non sono sempre salutari per gli animali: ossa, cibi fritti, retine degli arrosti possono provocare indigestioni e soffocamenti. L’Enpa suggerisce di stare attenti ad eventuali sintomi di malessere e di tenere a portata di mano il numero del pronto soccorso veterinario.

Le ostruzioni da grumi di pelo nel gatto

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I gatti, è cosa nota, sono animali molto puliti: una delle attività che amano è quella di lisciarsi il pelo rendendolo lucido e pulito. Purtroppo però questa loro attività li porta spesso ad inghiottire il pelo stesso, che si trasforma in una matassa umida che si deposita nello stomaco del felino. Spesso questa palla di pelo viene rigurgitata e dunque epulsa naturalmente, altrettanto spesso ciò non si verifica e il grumo di pelo di deposita all’imbocco dell’intestino, causando un’occlusione intestinale.

L’ostruzione che ne deriva causa qualche piccolo problema al nostro amico gatto, che noi padroni dobbiamo saper cogliere per poterlo aiutare: il felino potrebbe, anche se affamto, saziarsi con poco o comunque cercare spesso cibo che poi non consuma. Ciò porta ad una progressiva perdita di peso dell’animale, elemento che deve subito balzare agli occhi del proprietario che dovrà attivarsi e portare il micio dal veterinario di fiducia.

L’ostruzione da grumo di pelo in alcuni casi potrebbe anche doversi risolvere con un intervento chirurgico. In ogni caso, prima di farsi prendere dal panico, occorrerà intervenire prontamente per cercare di liberare il gatto ed aiutarlo nell’espulsione del grumo: in commercio vi sono dei prodotti appositi per diluire i grumi formati dal pelo, prodotti per lo più a base di oli e grassi per aiutare il gatto nell’evacuazione, e magari evitare una visita dal veterinario, mai tanto gradita!

Musica per le orecchie dei gatti (audio)

musica per gattiUn regalo originale per allietare il Natale del vostro gatto? Un cd di musica composta ed incisa esclusivamente per soddisfare i suoi gusti musicali. Music for Cats nasce da un’idea di David Teie, un violoncellista americano, membro della prestigiosa National Symphony Orchestra. Avvalendosi della collaborazione di Charles T.Snowden, uno psicologo della University of Wisconsin, il musicista ha realizzato dei brani graditi alle orecchie dei felini domestici, capaci di scatenare nei mici le più disparate emozioni.

Tramite gli ultrasuoni, Teie si propone di ricreare versi come lo squittire del topo, e in futuro l’idea è di estendere il progetto anche ad altre specie, come cani e cavalli, creando suoni a loro graditi, suscettibili di risvegliare il loro interesse e gli istinti tipici della natura animale. Nei brani pensati per i gatti trovano posto le ballate rilassanti, i cinguettii che ne risvegliano gli istinti primordiali di caccia, fino ad includere persino il suono delle fusa, che richiama il rapporto con gli umani, o il fruscìo che ricorda ai gatti l’allattamento materno.

Basenji, il “Cane del Congo”

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Il Basenji, come il Dingo, è considerato uno di quei cani che fanno parte delle prime congiunzioni della catena evolutiva che lega il cane al lupo. Iscrizioni egizie risalenti a cinquemila anni fa indicano che esemplari di Basenji venivano portati in dono ai Faraoni dell’Africa centrale. Le prove della loro esistenza scompaiono con la caduta del regno d’Egitto, e il Basenji viene riscoperto nel Congo Belga, attuale Zaire, conosciuto anche come “il saltatore”, per la sua abitudine di balzare nell’erba alta, e anche noto come Cane del Congo.

Esattamente come il Dingo anche il Basenji è cresciuto con le popolazioni indigene e si è distinto come compagno nella caccia, come cane da riporto, da punta e da inseguimento, e proprio per questo suo essere al tempo stesso selvatico e compagno dell’uomo fu considerato un anello intermedio tra il lupo e il cane domestico, e lo dimostrano anche alcune leggende che tra poco conosceremo.

Una delle prime storie mitologiche sul suo conto riguarda proprio il rapporto con il popolo indigeno del Congo e la sua abilità di cacciatore. Si diceva che il Basenji fosse talmente tanto veloce nella corsa che nessun uomo era in grado di stargli dietro e per questo gli venivano legati al collo dei collari rudimentali, con delle campanelle o dei piccoli ossi all’interno di cupoline di legno, per sapere sempre dove il cane fosse, e dove avesse catturato la preda, quando l’occhio dell’uomo non riusciva più a scorgerlo.

Feste natalizie al Bioparco di Roma

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Se amate gli animali e volete passare un Natale insieme agli amici a quattro zampe non dimenticate di recarvi al Bioparco di Roma, il quale propone per il periodo natalizio sei giornate dedicate ai bambini e agli animali.

Nei giorni di 26 e 27 dicembre e di 4, 5 e 6 gennaio, presso la sala degli Eleganti del Bioparco si svolgeranno alcune attività grazie alle quali sarà possibile conoscere meglio alcuni animali come i rettili e gli insetti, ma anche partecipare a laboratori per costruire maschere, giocattoli e festoni natalizi, usufruire dei tappetoni con giochi e costruzioni, assistere agli spettacoli dei burattini, e incontrare Babbo Natale e la Befana.

I gatti contro la peste

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Fin dall’antichità si narra dell’inimicizia che regna tra i gatti ed i topi: favole, canzoni, film, cartoni animati tutto presuppone che tra le due specie non vi possa essere amicizia. L’origine di tale rivalità risale fin dai tempi egizi, quando i gatti erano addomesticati proprio per difendere le città dai roditori: ai tempi dei faraoni infatti il grano era una delle più gradi risorse, da proteggere all’interno di immensi granai. I gatti selvatici venivano allora allevati e si insegnava loro a tenere lontani i topi dalle riserve alimentari invernali.

Dell’importanza dei gatti per la nostra società si è occupato perfino un professore universitario americano, Donald Engels, autore del saggio Storia del gatto: secondo Engels infatti il gatto ha salvato la specie umana da moltissime malattie trasmesse dai roditori. Il felino, uccidendo i topi, ha impedito il propagare di malattie pericolose e mortali: tale beneficio tuttavia è terminato nel Medioevo, periodo buio in cui i gatti venivano considerati animali diabolici e vennero sterminati a migliaia.

Venendo meno i gatti, i topi poterono aumentare considerevolmente di numero, e portare pandemie, pesti e quanto altro, ce costò la vita a milioni di esseri umani in tuta Europa. La peste propagò in Europa per oltre cinque anni ma nessuno pensò di accudire i gatti, per eliminare i roditori appestati: le credenze religiose presero il sopravvento ed i gatti non poterono aiutare la specie umana.

Vietato tenere più di un cane, succede in provincia di Verona

caniSiamo a Sanguinetto, in provincia di Verona. In questo comune una vecchia norma prevedeva il divieto di detenere più di un cane. Ogni cittadino poteva averne al massimo uno.

L’obbligo di limitarsi ad un solo amico a quattro zampe faceva parte del regolamento di polizia urbana, precisamente era l’articolo 45 del codice. E se pensate che questa assurda regola non venisse fatta rispettare, bensì fosse semplice carta straccia, siete molto lontani dalla verità. L’articolo 45 veniva usato eccome contro i cittadini che trasgredivano questo divieto, detenendo più di un cane.

Il bracco italiano, caratteristiche e comportamento

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Dopo la vittoria del cane Axel all’Eukanuba World Challenge 2009, abbiamo pensato di presentarvi le caratteristiche della razza a cui appartiene il nostro campione e cioè il bracco italiano.

Il bracco  è una razza molto antica, formatasi, probabilmente dall’incrocio del cane da corsa con un Molosso; già nell’antica Roma ed in Egitto esistevano cani per la caccia agli uccelli, e in quasi tutta Europa esistevano dei bracchi, e quello italiano è certamente fra i più antichi. Grazie alla sua costituzione fisica molto forte e alla sua attitudine all’andatura svelta, questo cane è adatto a qualsiasi genere di caccia, anche se si è formato lungo i secoli soprattutto in quella agli uccelli.

Il calendario delle studentesse 2010 contro abbandono e zoomafie (fotogallery)

gennaioTempo di calendari, tra quelli gratuiti che ci distribuiscono in tutte le salse tra negozianti, ipermercati, benzinai, fiorai e chi più ne ha più ne metta, e quelli invece che scegliamo di acquistare per dare un tocco particolare al nostro muro di casa per il nuovo anno. C’è chi opta per quelli a beneficenza, chi preferisce gli scatti sexy di modelli e modelle, chi si affida alla protezione dei Santi.

Per questo 2010 un’idea carina potrebbe essere optare per il calendario delle studentesse che in quest’edizione sceglie una veste animalista, corredandosi di splendide foto che ritraggono insieme delle stupende ragazze e dei teneri cuccioli, sia di razza che meticci.

Ancora piccoli Toy Terrier!

Anche oggi ci tuffiamo nel mondo dei Toy Terrier, questi piccoli cagnolini dalla doppia anima: quella da dolcissimi cani da compagnia, che si portano nel manicotto della pelliccia o nella borsetta, e che si tengono sulle gambe mentre stiamo accoccolati sul divano, e quella invece da Terrier, agitati cacciatori.

Black and Tan Toy Terrier (Piccolo Terrier Inglese)

black and tan toy terrierQuesto cane è originario della Gran Bretagna ed è stato ricavato dal Manchester Terrier nell’Ottocento. E’ un piccolo cane, alto tra i 25 e i 30 centimetri e con un peso che può andare dai 2,5 ai 3,5 chilogrammi. Ha la testa lunga e stretta a forma di cono, cranio piatto, tartufo nero, labbra aderenti, occhi a mandorla neri. Le orecchie sono erette e appuntite, con l’interno rivolto in avanti. Il collo è lungo; la coda non sorpassa il garretto. Il pelo è lucido, liscio e folto, il mantello può essere nero o mogano. Questo piccolo cane da compagnia, come tutti gli altri suoi cugini toy terrier, diventa un feroce cacciatore ogni volta che gli capita di incontrare topolini o piccoli animali di bosco. Nel complesso è un animale molto socievole, affettuoso, vivace e dalla spiccata intelligenza.

Un acquario in regalo? Niente panico!

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Certo non è un regalo usuale ma può capitare che per le festività natalizie si riceva in regalo un bell’acquario: per provvedere al meglio alla sua cura ed entrare nell’affascinante mondo dell’acquariofilia, ecco alcuni consigli pratici ed indispensabili. Per prima cosa occorre preparare un sistema di filtraggio meccanico o biologico in grado di smaltire le sostanze inquinanti che possono essere letali per i futuri ospiti. Fatto ciò si può passare alla fase più interessante dell’acquario, quella dell’allestimento.

Scegliamo la tipologia di habitat che vogliamo ricreare e di conseguenza la tipologia di materiali e piante che andranno utilizzate: in tal modo si creano condizioni facilmente gestibili e presto in grado di ospitare la fauna che abbiamo scelto. Dipendentemente dalla tipologia dei pesci, dovremmo scegliere tra ghiaia, sabbia, o fondo morbido, fertilizzato o non fertilizzato, arredi come leglio di torbiera oppure ciotoli, muschi e piante oppure solo pietre per ricreare biotopi tipici.

A questo punto entra in gioco la qualità che ogni acquariofilo deve avere: la pazienza! Occorrerà far maturare la vasca ed attendere che la flora batterica ed i valori chimici dell’acqua si stabilizzino per diventare ospitali: lo ricordiamo ancora una volta, è meglio attendere tra le quattro e le sei settimane prima di introdurre le prime specie di pesci, crostacei o gasteropodi, che diversamente andrebbero incontro a forte stress, potenziali avvelenamenti e quindi alla morte.