Dal primo aprile e fino al 13 dello stesso mese, presso la Galleria d’arte di Roma sita in pizza Santa Cecilia, è stata allestita una mostra fotografica di Alessia Cerqua, realizzata con il patrocinio della LAV, Lega Antivivisezione. La mostra si intitola Zoo: l’autrice ha voluto esplorare il mondo degli animali rinchiusi dentro a delle gabbie, mostrando gli spazi delimitati dalle sbarre che delimitato la vita quotidiana degli animali che affollano i nostri zoo.
Le gabbie annientano l’istinto degli animali, la loro capacità e voglia di movimento, li rendono succubi dell’uomo, in un ambiente asfissiante e claustrofobico che disorienta l’essere vivente. Alessia Cerqua ha voluto trasmettere il senso di oppressione e di sofferenza nel quale versano gli animali costretti in spazi angusti e non appropriati, la loro malinconia, gli sguardi laconici.
Il progetto fa parte di un lavoro di più lunga durata, sul comportamento degli animali, in particolare degli animali in cattività. Con questo lavoro volevo raccontare le condizioni in cui si può trovare un essere vivente privato della sua libertà. Credo che gli animali siano esseri sensibili, consapevoli, dotati di un proprio mondo interiore, e non fenomeni da baraccone da mettere in vetrina per il divertimento di un pubblico pagante.
Ho avuto la fortuna in questo progetto, di avere il supporto e il patrocinio della LAV, Lega Antivivisezione, grazie alla quale sono venuta a conoscenza di realtà che ignoravo, realtà tristi, umilianti, che mi piacerebbe continuare a raccontare. Ammetto che le mie foto non sono obiettive, c’è una presa di posizione netta nei confronti degli zoo, ma credo che la fotografia non sia solo testimonianza, ma un modo per dare voce al proprio pensiero sul mondo