Sexy toys anche tra le scimmie

Ridimensiona disaimiri, scimmia scoiatolo

L’autorevole rivista Science qualche giorno fa ha pubblica uno studio di William McGrew, un professore di antropologia dell’Universita’ di Cambridge, piuttosto interessante: anche le scimmie utilizzerebbero tra di loro dei sexy toys nel periodo dell’accoppiamento. Nel suo studio McGrew non parla di un particolare Viagra per scimmie, ma solo di innocenti foglie che se strappate a dovere, emettono un suono in grado di attirare le femmine.

Si tratterebbe di una vera e propria sorta di sex toys tutto naturale! La tesi dalla quale parte l’antropologo nel suo studio è molto semplice e accomuna tutti gli esseri viventi, umani e no: i maschi per avere successo, sostanzialmente devono suscitare la curiosità femminile e cercare di farla durare nel tempo.

Per raggiungere questo obiettivo gli scimpanzè strappano delle foglie secche che rompendosi producono un rumore stridente. Lo scimpanzè talvolta è costretto a fare a pezzetti decine di foglie, prima di essere notato. Poi però se la femmina è interessata, la conquista è garantita

Addestrare il cane: il comando “seduto”

cane seduto fotoIl comando “seduto” è probabilmente l’abilità più pratica che potete insegnare al vostro cane. Sia che siate in attesa sul marciapiede di una strada affollata o in una competizione che preveda esercizi di obbedienza, ed in mille altre situazioni della vita quotidiana, questo ordine è fondamentale.

Insegnare al cane a sedersi è un po’ anche una sorta di ponte per tutti gli altri esercizi di base, tra cui: seduto-fermo, vieni, terra. L’addestramento dovrebbe essere divertente e relativamente semplice: utilizzate come rinforzo positivo ricompense in cibo molto ghiotte. Sessioni brevi aiuteranno il cane ad imparare rapidamente, anche se i giovani cuccioli saranno impazienti di allenarsi se la ricompensa è abbastanza allettante.

Il gatto Ragdoll, caratteristiche e comportamento

gatto ragdoll

Il Ragdoll è una razza di gatto nord americana, frutto di un’accurata selezione da parte di Ann Baker, un’allevatrice californiana che incrociò una gatta bianca simile a un Angora e un maschio che si pensa fosse un Burmese; dall’unione nacquero dei cuccioli che avevano la particolarità di avere un carattere molto affettuoso e per niente aggressivo.

Il carattere dei cuccioli, che all’inizio si pensò fosse frutto di un’anomalia del sistema nervoso trasmessagli dalla madre che aveva avuto un incidente durante la gravidanza, piacque così tanto che Ann Baker iniziò un attento programma di selezione basato sul comportamento e non sull’aspetto fisico dell’animale.

La razza Ragdoll fu riconosciuta ufficialmente nel 1965 ma all’inizio fu molto criticata perché si temeva che questa docilità fosse in realtà dovuta ad una malattia del sistema nervoso; in realtà il comportamento di questi gatti è dovuto all’accoppiamento tra due esemplari già molto docili di per sé. A questa nuova razza venne dato il nome di Ragdoll, che significa “bambola di pezza”, proprio per evidenziare la sua docilità.

L’Enpa ricorda di non disturbare i cuccioli della Val Bormida

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Qualche volta si fa del male agli animali volutamente, con violenza e cattiveria, altre volte avviene esattamente il contrario. La dolcezza dei nuovi arrivati e un improvviso slancio d’amore verso creature che sono apparentemente indifese, fa accorrere decine di persone in aiuto di chi, francamente, in quel momento non ne ha alcun bisogno. Come riporta anche il sito Savona news, la Protezione Animali della stessa città invita sia i turisti che i cittadini e lasciar stare i cuccioli che si incontrano appena fuori dai luoghi abitati, in particolare nell’entroterra e nella Val Bormida, anche se sembrano abbandonati. I giovani di capriolo e di lepre, infatti, spesso si trovano adagiati nei boschi o nei prati, in attesa che arrivi la mamma, la quale sta cercando del cibo e l’avvicinarsi di un estraneo, può solo rovinare il perfetto quadretto familiare. Chiunque tocchi il piccolo, infatti, causerà un danno terribile, visto che modificherà il suo odore e quest’ultimo verrà abbandonato.

Gli animalisti denunciano la presenza di troppi cani e gatti nei laboratori

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Gli animalisti lanciano un allarme che si spera non finisca nel dimenticatoio, come più o meno è sempre stato: troppi amici a quattro zampe sono ancora utilizzati per atroci esperimenti, all’interno di laboratori. Una situazione insostenibile che porta a cifre incredibili, considerato che nella sola Europa, ci sono ancora 4.000 gatti e addirittura 21.000 cani che entrano a far parte di sperimentazioni terribili, al limite della  tortura, metodi che tra l’altro potrebbero essere tranquillamente sostituiti con tecniche più dolci. Piano piano però, sembra che qualcosa si stia muovendo in questo senso e per molti di questi esseri viventi, sarà possibile tornare ad una vita normale, seppure con qualche trauma da dimenticare.

Il pesce matita

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Oggi ci occupiamo della scheda tecnica di un pesce molto particolare ed interssante per l’acquario casalingo, il Nannostomus Trifasciatus, detto comunemente anche Pesce Matita: questo pesce appartiene alla famiglia degli Emiodontidi, in natura vivono per lo più nel Bacino medio del Rio delle Amazzoni, del Rio Negro e della Guayana occidentale. Si tratta di un pesce dalla forma piccola, allungata ed appiattita sui fianchi, che presenta una colorazione uniforme, con dorso bruno e pancia biancastra, con una bella striscia longitudinale nera, sormontata da una seconda striscia più stretta che parte dall’occhio.

Di notte la colorazione si attenua: le femmine appaiono con colori leggermente più sbiaditi. E’ un pesce di piccole dimensione in quanto raggiunge al massimo i 6 centimetri di lunghezza: i pesci matita amano nuotare in temperature che si aggirano sui 25-28 gradi, con acqua molto dolce e moderatamente acida. Per chi intende acquistare tali pesci per il proprio acquario, occorre ricordare che in natura il pesce matita abita ruscelli con molta ombra e dalle acque lente, con tanta e ricca vegetazione: occorrerà che l’acquario sia allestito tenendo conto delle sue preferenze e del suo habitat naturale.

Amante prevalentemente del cibo vivo, ma può essere allevato con mangimi secchi e vegetali, il pesce matita vive in natura in branco, con un ciclo natatorio e motorio che spesso appare irregolare: è consigliabile pertanto che tale pesce venga mantenuto in branchi della stessa specie, affinchè possa trovare un ambiente il più possibile compatibile. Non va dimenticato che il pesce matita è un saltatore estremamente abile, si consiglia di coprire pertanto la vasca onde evitare spiacevoli sorprese.

Addestrare il cane: il comando “vieni”

comando vieniInsegnare al cane a venire da noi quando lo chiamiamo è uno dei comandi fondamentali che il nostro amico a quattro zampe deve imparare. Anche se non dobbiamo mai cercare di mettere i nostri cani in situazioni a rischio, il richiamo può evitare una collisione auto-cane, un inseguimento di gatti, o altri pericoli. Su un piano più banale ma pratico, il comando “vieni” presenta al cane molte più opportunità di libertà proprio perché sappiamo che è possibile richiamarlo nel parco, su sentieri, ovunque, e quindi stiamo più tranquilli e gli lasciamo più autonomia di movimento.

Per addestrare il cane, bisogna convincerlo che siamo molto più attraenti noi della libertà temporanea. Le sessioni di addestramento devono essere brevi ed i premi devono essere sempre motivati. Ma l’addestramento di un cane al nostro richiamo è più difficile di quanto non sembri: la maggior parte dei cani imparano in fretta che possono correre più velocemente di noi e che è molto più divertente sfuggirci piuttosto che camminare placidamente al nostro fianco.
L’ideale sarebbe non lasciare completamente libero il cane finché non ha imparato a tornare indietro quando lo richiamiamo.
Fino ad allora, si dovrebbe usare sempre il guinzaglio in spazi aperti, mentre l’addestramento dovrebbe avvenire in luoghi in cui non c’è alcun rischio di fuga o di pericoli nel caso non ubbidisca, come un cortile recintato ad esempio.

Aspirante arciere trafiggeva per gioco le pecore

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Nella vita di tutti i giorni era un operaio, ma per hobby si divertiva a fare l’arciere, peccato che i suoi bersagli preferiti fossero le pecore, alle quali trafiggeva atrocemente la gola. Un ventiquattrenne potentino, aveva terrorizzato gli abitanti della zona e anche gli animali che vi si trovavano ma, dopo accurati servizi di controllo, i Carabinieri hanno verificato la sua colpevolezza e lo hanno denunciato. Scoccava le frecce con una balestra di precisione e pensava, in questo modo, di affinare la sua tecnica, ai danni di poveri animali innocenti.

La cultura cinofila in scena il 30 maggio a Villa Correr

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Promuovere la cultura cinofila e celebrare per un giorno l’amore per gli animali: il tutto nello scenario da cartolina di Villa Correr a Casale di Scodosia in provincia di Padova che, per il sesto anno consecutivo propone il prossimo 30 maggio, a partire dalle quindici, una mostra aperta a tutte le razze canine, meticci inclusi. Questa volta è prevista una competizione speciale dedicata al Pastore Tedesco, per un evento che prevede di bissare i consensi delle precedenti edizioni, quando vi hanno preso parte in media 150 /200 cani e fino a 2000 spettatori.

Balena: caccia si o no?

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Animalisti in rivolta contro la Commissione baleniera internazionale che ha ipotizzato di riaprire la caccia commerciale alle balena per periodi limitati nei prossimi 10 anni, in Giappone, Norvegia e Islanda, tutto questo nonostante la moratoria in vigore dal 1986. A prevederlo è la bozza della proposta della Commissione baleniera internazionale (Iwc), che sarà sottoposta al voto nella prossima riunione annuale degli 88 Stati membri. La Commissione infatti intende decidere le quote di pesca dei Paesi cacciatori, anzichè assistere ad una pratica che dall’avvio della moratoria, 24 anni fa, ha causato la morte di 35 mila balene.

Infatti, come noto, la caccia alle balene per scopi commerciali è vietata da convenzioni internazionali, ma sono molti i paesi che aggirano tale convenzione uccidendo migliaia di balene per presunti scopi scientifici: primo tra tutti il Giappone. Secondo la commissione incaricata, la proposta presentata potrebbe permetterebbe di salvare fra 4 mila e 18 mila animali in un arco di tempo di dieci anni, imponendo quote di cattura inferiori a quelle che Giappone, Islanda e Norvegia si sono nel frattempo assegnati per conto proprio.

Nonostante le promesse di salvare il maggior numero di animali possibile, sono molti i paesi contrari a tale proposta: Nuova Zelanda e Australia, animalisti e ambientalisti si sono dichiarati assolutamente contrari, e decisi a dare battaglia alla riapertura della caccia commerciale, una pratica barbara che provoca feroci sofferenze agli animali, cacciati con arpioni e lasciati morire dissanguati sulle navi baleniere.

Modica, rinvio a giudizio per maltrattamento di animali

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I casi di maltrattamento sugli animali non accennano a fermarsi e, tra quelli mai scoperti e prolungati all’infinito e quelli che invece portano ad una giusta punizione per chi non avuto rispetto di creature indifese, le cifre continuano ad essere veramente preoccupanti e in perenne salita. Questa volta la vicenda in questione riguarda Modica, in Sicilia, dove un cinquantunenne è accusato di maltrattamento continuato ai danni di alcuni cani. Secondo quanto emerge dai rilevamenti, sembra che esercitasse abusivamente il loro allevamento e utilizzasse anche una struttura senza alcuna autorizzazione e ovviamente senza le più normali e obbligatorie norme igieniche. Intanto la Procura della Repubblica di Modica, dopo aver svolto tutti i controlli del caso, ha chiesto il rinvio a giudizio per l’autore dei fatti.

Vip e animali: le celebrità del passato (fotogallery)

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Vip e animali è un binomio da sempre indissolubile, le star più famose del piccolo e del grande schermo hanno da sempre amato farsi ritrarre con il proprio amico a quattro zampe. Oggi vi presentiamo una gallery con i più famosi divi del passato ritratti in compagnia di cani e gatti.

Louisiana, è strage di animali

Il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, l’ha definita “una catastrofe senza precedenti”, quel che è certo che a pagarne le conseguenze più immediate sono gli animali, che continuano a morire senza alcuna possibilità di salvezza. Fra le specie letteralmente sterminate dalla marea nera che ha investito il Golfo del Messico, ci sono volatili, delfini, pesci e tartarughe, alcune appartenenti a specie a rischio di estinzione. L’onda di petrolio, tra l’altro, continua ad avanzare verso la Florida, e mentre tutte le piattaforme della zona sono sotto controllo, quella dalla quale si è scatenato il disastro ambientale non potrà essere risistemata prima dei tre mesi. Le tre falle che la interessano, infatti, richiedono del tempo per la riparazione e intanto creature innocenti continuano a perdere la vita. All’origine del disastro c’è l’esplosione proprio di una piattaforma offshore della British Petroleum che comunque si è accollata tutte le colpe e pagherà i danni, ma ci vorrà almeno una settimana per iniziare a circoscrivere la fuoriuscita di greggio.