Dopo le regole che dovrebbe rispettare un buon padrone di cane che abita in condominio, arriva anche il decalogo delle buone maniere del gatto; del resto, non è una novità: è risaputo che la maggior parte delle liti tra condomini avvengono proprio a causa degli animali domestici.
Ciò non dovrebbe meravigliare nessuno, soprattutto considerati i numeri, dato che si parla di 300mila colonie feline situate nei condomini; inoltre l’Aidaa, l’Associazione italiana difesa animali e ambienti, ha reso noto che agli sportelli dell’associazione sono arrivate oltre 5.000 richieste di consulenza legale; ecco perché l’Aidaa ha deciso di stilare un elenco di regole atte a salvaguardare la tranquillità del gatto e quella degli umani.
Innanzi tutto, grazie alle legge 281 del 1991, i gatti che vivono negli spazi condominiali hanno il diritto di territorialità, al libero transito, quello al ricovero e all’alimentazione, e non possono essere spostati se non per motivi sanitari. È assolutamente vietato, e in questo caso non servirebbe una legge ma basterebbe il buon senso, maltrattare, spaventare, ferire o uccidere i gatti in nessun modo, e se ciò accade, è perseguibile penalmente anche con la reclusione fino a 2 anni.