L’obesità dilaga: il tasso di incremento tra i bambini e gli adolescenti non conosce battute d’arresto, ma quella che ormai viene considerata una vera e propria epidemia serpeggia anche tra gli adulti e gli anziani a tassi di crescita preoccupanti, che toccano picchi vertiginosi nei Paesi dell’Occidente industrializzato, figlio del consumismo e dei fast-food.
L’eccesso di peso non risparmia nemmeno i nostri amici a quattro zampe. Un argomento che abbiamo affrontato spesso, quello dell’obesità negli animali domestici, sempre drammaticamente attuale nella sua emergenza. Secondo un recente studio condotto dai ricercatori della University of Alabama, gli animali che vivono a stretto contatto con gli esseri umani sono più inclini al sovrappeso.
David Allison, che studia l’obesità presso il Birmingham UA, ha scoperto un’inspiegabile tendenza di aumento di peso nei primati che vivevano nel laboratorio dell’università. Nella speranza di scoprirne di più sul fenomeno, il ricercatore ha messo a confronto i dati raccolti con 24 campioni di altri dati prelevati da diversi animali domestici: cani, gatti, topi e scimpanzé utilizzati per la ricerca, scoprendo che gli animali sono sempre più grassi, proprio come gli umani.
L’aumento di peso non ha un solo filo conduttore e un fattore di rischio comune. Alcune specie potrebbero avere avuto accesso a cibi più grassi, altre essere più pigre, altre muoversi ma ingrassare comunque. Eppure, tutte hanno mostrato un aumento di peso complessivo.
I tassi di obesità alle stelle tra gli esseri umani nel corso degli ultimi decenni sono stati attribuiti ad una cattiva alimentazione e a stili di vita sempre più sedentari ma, con sorpresa di Allison, tali fattori non sembrano essere responsabili dell’aumento di peso negli animali. Anche perché in quel caso gli animali da laboratorio dovrebbero essere più magri, non certo grassi.
In assenza di qualsiasi motivo evidente per cui gli animali sono sempre più grassi, alcuni ricercatori stanno iniziando a sospettare che il colpevole potrebbe essere un po’ più occulto della mancanza di attività fisica e della dieta ipercalorica. Ad esempio, gli additivi chimici e le fonti di alimenti geneticamente modificate sono state legate all’obesità infantile, e un processo simile potrebbe essere valido anche per gli animali.
Purtroppo, questa preoccupante tendenza potrebbe significare che lo stato di salute degli animali che ci circondano è in pericolo, il che potrebbe avere ampie implicazioni di vasta portata, non ancora pienamente comprese.
[Fonte: Treehugger]
[Foto: http://www.flickr.com/photos/yukariryu/]
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