Grande festa per lo staff della Animals Asia Foundation, l’associazione no profit fondata da Jill Robinson che da anni si batte per porre fine ad una barbaria senza precedenti: l’estrazione della bile da orsi vivi. La bile di orso, un liquido organico interno, è molto richiesta dalla medicina tradizionale cinese per comporre unguenti e medicinali, ma si tratta pur sempre di una pratica dolorosa cui i poveri orsi vengono sottoposti. Tuttavia qualche settimana fa si è verificato un evento senza precedenti: uno dei 19 orsi cui è stata estratta la bile, ha dato alla luce un piccolo.
L’orso, che è stato liberato dall’associazione in una fattoria tra Cine e Vietnam, si trovava rinchiusa in una gabbia e con un catetere inserito nella cistifellea: quando gli esperti dello staff dell’associazione l’hanno visitata, l’orsa era in precarie condizioni di salute, con la cistifellea malridotta e con infezioni in corso. Tuttavia qualche giorno dopo gli stessi veterinari hanno constatato la nascita, in perfetta salute, di un neonato di orso, concepito prima dell’orrenda mutilazione alla madre.
La mamma ora, stressata, non è in grado di prestare le prime cure al piccolo che è stato preso in custodia dai veterinari, nutrito con biberon e vegliato ogni ora. L’animals asia foundation ha già liberato altri 361 orsi che si trovano in condizioni di salute disperate, rinchiusi in gabbie strette all’interno di fatiscenti fattorie, la cui estrazione della bile nel 90% dei casi significava la morte. Nonostante le autorità abbiano bandito tale pratica, la medicina cinese tradizionale, rifacendosi a millenarie tradizioni continua a mungere, per così dire, gli orsi per ottenere il prezioso liquido.
Circa 7000 animali in Cina, 4000 in Vietnam e 1600 in Corea sono tutt’ora sotto tortura nelle fattorie della bile, nonostante la legge deponga a favore degli orsi: l’associazione suindicata da anni studia insieme a medici cinesi, dei preparati erboristici alternativi alla bile d’orso, per poterli commercializzare e porre fine una volta per sempre a sofferenze gratuite per centinaia di migliaia di esemplari di orso.