Ci siamo, è giunto il momento ed occorre non farsi trovare impreparati: la muta nei conigli è alle porte. I nostri simpatici amici sono soggetti a più mute durante l’anno, ma le principali in genere si concentrano in primavera ed in autunno. E’ in questi periodi infatti che la perdita di pelo si fa più ingente. Si tratta di un fenomeno naturale come sapete, che tende ad adattare il manto dell’animale alle stagioni e alle temperature correlate: in primavera il pelo vecchio e fitto invernale lascerà il posto ad uno più rado e sottile e viceversa. Per tale motivo la muta autunnale, rispetto a quella della primavera in genere è meno abbondante. Molto però dipende dal tipo di coniglio e dalle condizioni ambientali in cui vive.
Muta nei conigli ed “effetti collaterali”
La muta nei conigli può portare però ad alcune problematiche e quindi bisogna prestare attenzione (anche se si tratta di un evento naturale). Non stiamo di certo parlando del pelo svolazzante in casa, ma di aspetti che riguardano la salute del nostro amico coniglio. Questi per sua abitudine si lecca per pulirsi e dunque rischia, ingerendo grandi quantità di pelo, un blocco intestinale, proprio come avviene con le palle di pelo nei gatti o anche nei furetti. Inoltre nel periodo della muta in genere alla perdita del pelo si abbina un abbassamento delle difese immunitarie, per cui bisognerà correre ai ripari anche in tal senso. Cosa fare allora aspettando che la muta finisca?
Muta nei conigli: i rimedi
Vi abbiamo già parlato della cura del pelo dei conigli durante la muta e quindi non possiamo che confermarvi che la cosa migliore da fare sia spazzolarlo quotidianamente, o anche più volte al giorno, onde evitare che il pelo finisca in casa, ma soprattutto nel suo pancino. Si può usare una spazzola dalle setole morbide, come quelle per i roditori. Non sarà impresa facile, visto che i conigli non sempre amano essere toccati ed abbracciati, ma con qualche coccola e tanta pazienza vedrete che tutto passerà, lasciando il posto ad un nuovo manto destramente morbido.
Fonte: Rabbit.org
Foto: Thinkstock
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