In Scozia si contano circa mille maltrattamenti di animali alla settimana. A fare luce su una realtà difficile da immaginare, è stato un rapporto della SPCA (associazione internazionale per la salvaguardia degli animali) scozzese. Un primato di cui andare poco fieri certamente, che si raggiunge tra combattimenti clandestini, abbandoni e incuria.
Gattini chiusi in un sacchetto e gettati sui binari della stazione, un’intera famiglia di cigni riempita di pallini sparati da un fucile ad aria compressa e salvata solo dal tempestivo intervento di un veterinario compassionevole, e un cane gettato come spazzatura in un giardino dopo che il suo proprietario lo aveva letteralmente lasciato morire di fame, sono solo gli ultimi casi seguiti dalla Protezione Animali scozzese.
Le statistiche in merito al maltrattamento di animali parlano di un aumento dell’8% rispetto al 2010: solo lo scorso anno, la SPCA ha ricevuto oltre 180 mila telefonate di richiesta di aiuto, ossia più o meno 500 al giorno. In un anno, la Protezione Animali ha soccorso 14 mila esemplari.
Come ha dichiarato la SPCA:
È difficile essere certi che la crudeltà di per sé sia sia innalzata, visto che bisogna anche considerare che mai come adesso le persone fanno attivamente qualcosa per aiutare gli animali. Sebbene la maggioranza dei casi che investighiamo siano più il risultato dell’ignoranza che della crudeltà fine a sé stessa, lo scorso anno ha tristemente dimostrato quanto non vi sia limite agli abusi che l’essere umano può perpetrare nei confronti degli animali.
L’associazione animalista, infatti, oltre a prestare soccorso a cani e gatti, si è trovata a dover aiutare tanti piccoli animali come conigli e porcellini d’india, gettati fuori di casa come immondizia e in condizioni igieniche disastrose. Per quanto la Scozia sia una nazione che ama gli animali, la crudeltà verso i più indifesi è ancora un grosso problema, e aggiungerei, non solo in Scozia, ma anche in Italia.
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