Ne parla il dottor Andrea Brignolo su The Paddock dell’importanza della prevenzione delle malattie infettive nel cavallo. Come per ogni altra specie, spiega l’esperto, esistono, oltre al normale buon senso che porta ad accudire l’animale assicurandogli condizioni igieniche adeguate ed un’alimentazione equilibrata e sana, delle vaccinazioni e delle terapie farmacologiche atte a proteggerlo dalle malattie più comuni, potenziando le difese naturali dell’organismo contro batteri e germi.
Sin da i primi giorni di vita, addirittura già nelle prime 24 ore dalla venuta al mondo, Brignolo spiega che è opportuno somministrare al puledro un siero antitetanico ed un siero antipoliartritico, due protezioni cruciali che potrebbero salvare la vita all’animale qualora a rischio di contrarre le malattie.
Una misura preventiva di fondamentale importanza anche perché, appena nato, il cavallo è sprovvisto di difese immunitarie forti abbastanza ovvero capaci di autodifendersi da malattie, come lo sono il tetano e la poliartrite, che possono rivelarsi fatali per l’animale anche quando vengono somministrati dei farmaci.
Le vaccinazioni contro il tetano, al quinto mese di vita, constano di due trattamenti iniziali a distanza di 20-60 giorni l’uno dall’altro, dal richiamo trascorsi sei mesi e da successivi richiami annuali.
La vaccinazione contro il tetano nel cavallo solitamente viene abbinata al vaccino contro l’influenza degli equini, che provoca all’animale infetto problemi respiratori secondari anche gravi, come l’insorgenza di bronchite, polmonite ed enfisema polmonare.
Questo tipo di vaccinazione prevede un richiamo ogni sei mesi e viene abbinata, negli ultimi anni, a quella contro la rinopolmonite, provocata nel cavallo dall’Herpesvirus respiratorio che può causare aborto nelle femmine gravide, paresi agli arti superiori e morte dell’animale.
Spiega l’esperto che se un tempo questa vaccinazione veniva indicata soprattutto alle cavalle gravide al loro al 5°-7°-9° mese di gestazione oggi, essendo più diffuso il virus, si consiglia di vaccinare tutti i cavalli due volte all’anno, malgrado l’efficacia del vaccino nel contrastare la forma paralitica della malattia sia tuttora controversa.
[Fonte: Ilpaddock.com]