Malattie dei pesci nell’acquario: oggi parliamo di una patologia che colpisce in special modo i Guppy (Poecilia reticulata) tanto da essere denominata Guppy disease. Si tratta di un’infezione provocata da parassiti, protozoi ciliati istofagi del genere Tetrahymena, molto diffusa negli allevamenti di Poecilidi del Sud-Est asiatico e che, per via del commercio mondiale di pesci ornamentali, si è verificata anche in Italia in una comunità importata dalla Malesia, come testimonia uno studio dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Lombardia e dell’Emilia-Romagna. Vediamo come si manifesta e come intervenire per limitare i danni e prevenirla.
I pesci colpiti sono solitamente, ma non sempre, ricoperti di macchie biancastre che fanno la loro comparsa prevalentemente sul dorso. Altri sintomi comuni che si possono osservare negli esemplari affetti dalla malattia sono il respiro affannoso, la paralisi delle pinne ed uno stato di letargia.
La brutta notizia è che il decorso dell’infezione è molto rapido. Un giorno il pesce appare sano ed il giorno successivo alla comparsa dei primi sintomi potrebbe essere già morto stecchito. Il trattamento raramente sortisce qualche effetto. E’ interessante notare che questo genere di parassiti può anche essere presente nell’acquario senza creare alcun problema ai pesci. La situazione si fa critica quando lo stress indebolisce le difese immunitarie della comunità, quando ci sono cattive condizioni igieniche nella vasca e la dieta è carente nei principi nutritivi che più rafforzano l’organismo del pesce contro l’attacco dei parassiti. In queste circostanze i microrganismi patogeni invadono il tessuto dell’ospite causando lesioni.
Contro la malattia non esistono al momento farmaci che abbiano una discreta percentuale di successo nel debellare l’infezione. La migliore soluzione rimane dunque la prevenzione. Bisogna creare un ambiente di vita sano nell’acquario, arginare i fattori di stress della comunità e, soprattutto, avere cura di tenere in osservazione i nuovi esemplari acquistati prima di inserirli nella vasca, per monitorare il decorso di eventuali malattie infettive.
[Fonti: Fish Channel; Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Lombardia e dell’Emilia-Romagna]
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