Vi proponiamo un video di fortissimo impatto emotivo che però non ha nulla di divertente; al contrario è altamente drammatico: lo strazio di una mamma, una leonessa marina, su una spiaggia della California in località La Jolla, che non riesce a staccarsi dal corpo morto del suo piccolo e piange, urla, si dispera. Ha perso il figlio a causa nostra: lo stress per la presenza di turisti sulla spiaggia le ha provocato un aborto spontaneo. Il video che ha fatto il giro del mondo tocca le corde più sensibili degli utenti Web.
Una madre e il suo dolore: le immagini raccontano la sofferenza atroce di una madre, la stessa che accomuna tutte le madri di qualsiasi razza e specie, compresa quella umana, alla morte di un figlio.
In questo caso si tratta di una leonessa marina che ha perso il proprio piccolo e non si rassegna: la scena straziante si svolge su una spiaggia californiana in località La Jolla. La leonessa urla, grida, si dispera, vorrebbe rianimarlo e farlo tornare in vita. Sa che non è possibile, allora si mette col suo corpo sopra quello del cucciolo morto, come a proteggerlo e vegliarlo, anche in questa condizione estrema.
Inquadrata in primo piano, si scorgono le lacrime scendere dai suoi occhi. A realizzare il video e a postarlo sulla sua pagina Facebook è stata Andreas Else Hahn, un’attivista impegnata per la causa di questi mammiferi che spesso vengono addomesticati e usati come atttrazione in zoo e acquari; nei casi migliori sono usati come i delfini per la pet therapy ai bambini autisici, e sono al centro della protesta animalista perché, considerati una minaccia per la pesca marina, purtroppo ne viene programmata l’uccisione di un certo numero ogni anno. Così in Giappone e in Norvegia.
La vera minaccia siamo noi umani, in questo caso i turisti. Il video è stato caricato con l’intento di sensibilizzare su quanto la nostra presenza nelle aree protette dove vivono queste creature per soddisfare nostre curiosità provochi danni spesso estremi: alla povera leonessa marina è costato un aborto spontaneo.
I comportamenti leggeri e superficiali degli esseri umani nell’ambiente marino causano conseguenze estreme: basti pensare al caso del cucciolo di delfino ucciso da un selfie o al più recente episodio di una tartaruga marina trascinata e maltratta dai turisti su una spiaggia di Beirut ancora e solo per la causa dei selfie.
Qui poi siamo di fronte al dolore immenso e insostenibile di una mamma che mette definitamente a tacere chi ancora sostenga che gli animali non abbiano un’anima e non provino sentimenti.
Fonte video youtube.com