L’appuntamento è fissato per sabato 15 settembre, con partenza alle ore 15.30 da Piazza Indipendenza a Firenze: da qui prenderà il via la manifestazione organizzata dalla LAV per protestare contro la caccia in difesa degli animali selvatici e delle persone che ogni anno restano vittime di questa pratica.
La LAV chiama a raccolta i suoi attivisti, i volontari e i simpatizzanti, ma chiama anche le sigle anti-caccia e tutti i singoli cittadini in collaborazione con la LAC.
Nel silenzio della politica, troppo spesso fiancheggiatrice della lobby dei cacciatori, serbatoio di voti e di consenso, continuiamo a gridare a gran voce il nostro NO alla caccia. Dopo anni di silenzio è ora che in Italia si torni a parlare della caccia e di tutte le sue vittime: per questo motivo già nel 2017 abbiamo avviato una campagna per fare comprendere a tutti che la caccia non è uno sport, ma una guerra. Che noi vogliamo fermare per sempre. Abbiamo manifestato e raccolto oltre 50.000 firme per la petizione che ne chiede l’abolizione e che abbiamo depositato al Senato e alla Camera.
Questa è la posizione di Massimo Vitturi responsabile LAV Animali Selvatici, in occasione della manifestazione contro la stagione di caccia 2018/19. A sostegno della Lav anche le Ong,ni una nota della Federazione italiana associazioni diritti animali e ambiente, che riunisce una sessantina di organizzazioni protezionistiche, incluse Enpa, Lav, Oipa, Lndc e Leidaa.
Anche questa stagione di caccia, dopo le preaperture in quasi tutte le Regioni, prende avvio come al solito tra abusi e forzature filovenatorie praticamente sull’intero territorio nazionale, calpestando morale, scienza e giurisprudenza, con deroghe adottate all’ultimo momento o ancora in assenza di piani faunistici venatori. Ciò che riscontriamo è un maggiore accanimento nei confronti della fauna selvatica, agevolato anche da scelte sciagurate dei precedenti Governi, come la trasformazione del Corpo forestale dello Stato e la cancellazione delle polizie provinciali specializzate nella vigilanza venatoria e dalle energiche pressioni delle lobby di agricoltori e allevatori. Se vuole davvero il cambiamento questo Governo fermi la deriva delle Regioni “sparatutto”, dove le doppiette, nonostante il nettissimo calo numerico, la fanno ancora e sempre da padrone. Inflessibile dev’essere la difesa della fauna selvatica, con immediati ricorsi contro le deroghe volute dalle Regioni, secondo la linea delle impugnazioni positivamente seguita nel caso delle leggi delle Province autonome di Trento e Bolzano che autorizzavano la cattura e l’abbattimento di lupi ed orsi. Senza indugi occorre che il Governo realizzi il capitolo del contratto tra Lega e M5s che impegna a rafforzare le attività antibracconaggio e le previsioni penali contro maltrattamenti e uccisioni.
Questa è la posizione delle associazioni che invitano chiunque sia contro la caccia a manifestare.
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