La rabbia è una malattia virale, provocata cioè da un virus che può attaccare indifferentemente gli animali domestici e selvatici, quanto l’essere umano. E’ cioè una zoonosi. Esiste un vaccino che è consigliato a tutte le categorie professionali a rischio (medico veterinario, guardia forestale, volontari nei canili, ecc), o in coloro che sono stati aggrediti da un animale considerato a rischio. Questo per noi animali umani, ma per i cani? I nostri fedeli amici, hanno la maggiore incidenza di infezione di rabbia nei nuclei urbani (la volpe nelle aree silvestri) ed anche per loro la vaccinazione è importante.
A seconda del luogo e dunque dei dati epidemiologici anche nel nostro Paese può essere sia obbligatoria che consigliata. Da circa un decennio in gran parte d’Europa, ed anche in Italia si sta effettuando anche una vaccinazione orale degli animali selvatici, volpe in primis, il che ha fortemente abbassato i livelli di diffusione di questa malattia. In caso di sospetto contagio del vostro cane, (o gatto) parlatene con il veterinario: sarà possibile effettuare una somministrazione del vaccino anche dopo un’eventuale esposizione al virus, il farmaco ha cioè anche un’efficacia terapeutica oltre che preventiva. In alternativa o combinazione sarà possibile somministrare delle immunoglobuline anti-rabbiche, con protocolli ben stabiliti. Non sarà dunque una cura facile.
Va inoltre aggiunto che questa terapia va effettuata quando ancora non sono comparsi i sintomi neurologici della rabbia (aggressività, difficoltà motorie, paralisi). Se si arriva a questo punto, non c’è purtroppo alcuna cura che funzioni, questa malattia avrà esito letale sul vostro amico a quattro zampe. Una curiosità per concludere: il vaccino contro la rabbia è stato ideato da Louis Pasteur. In Italia sono in atto alcuni protocolli specifici volti alla prevenzione della malattia, della sua diffusione e del controllo: vengono monitorati gli animali morti, vaccinate le volpi ed i cani e gli animali da pascolo; anche gli animali domestici che vivono in alcune zone sono sottoposti a vaccinazione obbligatoria (nord est del nostro Paese, dove negli ultimi anni sono stati riscontrati dei casi di rabbia animale).
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