No, non è una favola: del resto non fa sognare e immaginare storie mitiche e leggendarie. E’ la cruda realtà di come l’uomo, quotidianamente, trovi il modo di sfruttare creature seppure pericolose ma pur sempre indifese, per i propri indegni scopi. Questa volta più che un amico a quattro zampe, protagonista del racconto, purtroppo verissimo, è un pitone albino che piuttosto che strisciare nei terreni all’aria aperta, alla ricerca di una preda, era costretto a fare da guardiano alla droga. Originario della Guinea, il rettile, non si trovava neppure a suo agio con le nostre temperature, ma era cosretto a soffrire, anche perchè i suoi proprietari, dato il grande valore economico, non l’avrebbero mai lasciato scappare.
E’ stato sequestrato a Roma, dagli uomini del “Servizio Cities Centrale” del Corpo Forestale dello Stato, con in corpo ben due ovuli di cocaina, del peso di due etti. Per fortuna, almeno le sue condizioni di salute erano buone e adesso sarà affidato alle cure degli esperti del Bioparco, che gli doneranno un nuovo rifugio all’interno del rettilario. Il gruppo di controllo, si occupa di vigilare sulla possibilità che avvengano dei commerci illegali di specie a rischio estinzione e, stavolta, è intervenuto su richiesta del nucleo operativo del comando provinciale della Guardia di Finanza della Capitale. Non è la prima volta, comunque, che vengo recuperati degli animali esotici che sono inseriti nel contesto di detenzione e spaccio di droga.
L’operazione in questione è stata chiamata “Shyla Connection” e i finanzieri del I° gruppo di Roma hanno arrestato ben 12 persone tra cui un paio di donne, che erano ben inserite in una organizzazione criminale operante nell’intero Lazio. Da tempo i controlli erano serrati ed, infatti, erano stati sequestrati ben cinque chili di cocaina e, alla fine, è stato portato a termine un pedinamento, proprio nel momento in cui i membri principali della banda, si sono riuniti in un appartamento per preparare la sostanza stupefacente che doveva essere venduta.