La World Society for the Protection of Animals oltre ad occuparsi del disastroso terremoto in Giappone, ha scovato un circuito di vendita on line di animali in Corea.
Non stiamo parlando di un sito .jp o .kr ma di Ebay, tramite il noto sito di aste online vengono venduti in Corea almeno il 70% dei pets. Cuccioli appena nati, che non hanno l’imprinting, che non vengono monitorati dai venditori, tutto questo porta a numerose lamentale tra gli acquirenti e a problemi per i poveri cani venduti al pari di materiale elettronico e abbigliamento.
La WSPA è intervenuta aiutata da una legislazione all’avanguardia che prevede che, anche in un paese dove mangiano i cani, tutti i venditori di pets devono essere registrati e conformi alla regole sul benessere degli animali. Addirittura più pet-friendly di quella nei più blasonati Stati Uniti d’America e anni luce avanti rispetto quella italiana dove online si riesce a vendere di tutto, compresi i cuccioli.
C’è anche da dire che per quanto riguarda Ebay classico è impossibile vendere animali dato che sono inseriti tra gli “oggetti” non vendibili sul sito di aste, però in altri canali è facile trovare inserzioni che vanno da specie protette, a gatti rari alle più diffuse razze di cani.
Secondo Ebay, che precisa la sua vena animalista schierandosi contro i maltrattamenti sugli animali, in Corea non era sempre possibile garantire il pieno rispetto delle regole e per questo motivo è stata accolta la richiesta della WSPA e, pare, siano state rimosse tutte le inserzioni riguardanti lo “spaccio” di animali tramite Ebay.
L’Associazione americana ha avuto dalla sua parte una legge moderna e propensa a proteggere gli animali, cosa sarebbe accaduto se fosse successa un’analoga situazione nel nostro paese? L’Associazione sarebbe intervenuta ma sarebbe riuscita a fare ben poco, è ancora lunga la strada per controllare la vendita illegale di animali tramite il mezzo di Internet.