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La cina si apre ai pet, 1 miliardo di vegetariani?

Cane servito in Corea“Scusi signolina dagli occhi a mandolla, mi da due zampe di cane? Stasela viene a mangiale il mio nipotino maschio.”

Con la frase d’apertura non voglio strappar un sorriso e nemmeno essere sarcastico, a noi europei sembra impossibile ma è quello che accade in Cina quotidianamente, è anche quello che accade in Italia con altri animali non ritenuti pets cioè animali domestici, per me non dovremmo mangiare nemmeno quelli ma la voce di un vegetariano è assolutamente irrisoria, specialmente con quello che sta succedendo nella repubblica dal colore rosso.

A Febbraio avevamo parlato della rivoluzione che stava vivendo la cina nei confronti di cani e gatti tutti si ricorderanno il divieto durante le olimpiadi per non turbare le povere anime diversamente abituate a non cibarsi di animali domestici, questa volta i Cinesi si fanno spuntare un cuore e intraprendono una possibile amicizia con l’animale che fino al giorno prima era nelle loro tavole.

La sensibilizzazione nasce da una campagna di Animals Asia Foundation associazione fondata dall’europea Jill Robinson con la missione di diminuire il consumo di carne e gatto in Cina.

Il potere della campagna mediatica nasce per volontà della nuova cina urbanizzata e occidentalizzata sempre più sensibilizzata verso gli animali da compagnia di stampo europeo e americano anche per la logistica con cui giungono ai mercati.
Cani e gatti vengono allevati come abbiamo visto in Francia oppure prelevati dall’asfalto, stipati per giorni in camion senza essere nutriti (intanto diventeranno carne da macello) per essere portati sui banchi ed uccisi, nella totale assenza di igienicità, davanti alla mamma che fa il petto di gatto per il marito e il figlio maschio.

I mercati sono distribuiti in tutto il territorio cinese, quelli in cui vengono uccisi gli animali da compagnia ancora coscienti si trovano a Guangzhou nel sud della Cina, il popolo pensante si sta accorgendo che non è solo una questione di barbaria verso altri esseri umani ma anche una questione di salute per chi acquista in questi macelli in tempo reale a cielo aperto.

Dilagano salmonellosi, pastorellosi e giardia, basta pensare poco dopo lo scoppio della SARS, maggio 2003, alcuni ricercatori trovarono negli zibetti e nei procioni macellati a Guangzhou un virus per il 99% simile a quello della SARS umana.

Animals Asia Foundation, che ha sede in Honk Kong, nel 2006 è proprio partita da Guangzhou e, fortunatamente, l’afflusso di animalisti è stato cospicuo: 32 associazioni e 250 mila persone.
La campagna utilizza lo slogan “Friend or Food” e si avvale del programma “Dr Dog” che attraverso sedute di pet therapy negli ospedali, nelle scuole e nei centri per anziani fa capire ai cinesi di quanto sia sbagliato considerare gli animali come cibo.

Tutto questo, ben 4 anni dopo, ha portato ad una proposta di legge sul benessere degli animali, l’aumento dei cani da compagnia è sinonimo che in Cina qualcosa si sta muovendo, non avremo 1 miliardo di vegetariani ma almeno i cinesi stanno capendo cosa significa essere amici di un’altro mammifero che non sia un bipede dagli occhi a mandorla.

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