La polemica sembra non finire più e sta coinvolgendo i cavalli e le persone in un botta e risposta continuo. Da un lato, infatti, c’è il ministro del Turismo, Michela Bittoria Brambilla e dall’altra i cittadini, soprattutto quelli di Siena. Nei giorni scorsi, infatti, lei aveva detto che va bene mantenere vive certe tradizioni in città e paesi, ma queste non devono mai coincidere con maltrattamenti ai danni degli animali. Sono troppe, infatti, ancora oggi, le manifestazioni dove esemplari a quattro zampe sono costretti ad assecondare il volere dell’uomo e ad esibirsi fino allo sfinimento, in una vergognosa mancanza di rispetto della loro dignità. A Siena questo discorso aveva avuto una grande eco e persino il sindaco si era sentito chiamato in causa, confermando che la frecciatina era rivolta al Palio della città, vero simbolo toscano e non sussisteva il reato ma si trattava soltanto una mossa per colpire una kemesse storica. Adesso la Brambilla risponde in questa sua precisa ricognizione delle feste popolari.
Si difende, infatti, dicendo che il suo è stato un discorso generale e mai rivolto soltanto ad una iniziativa in particolare, perchè l’obiettivo è quello di valutare quali sono in grado di portare in alto le tradizioni del Belpaese e la sua cultura e quali, invece, sono esclusivamente legate ad un fenomeno di spettacolo e di sfruttamento degli animali.
Per tal motivo, ha ribadito il ministro “questo non significa affatto abolire il Palio di Siena” , anche perchè chi organizza feste in modo trasparente e senza alcuna pecca in tal senso, non ha davvero nulla da temere. Pace fatta con i senesi? Chi lo sa, ma intanto sono davvero tanti gli eventi nel calendario italiano dove gli animali sono coinvolti e la valutazione di quali sono da mantenere e quali da bloccare immediatamente, c’è da giurarci, non sarà per nulla facile e neppure molto veloce da capire.