I tedeschi, al pari dei russi con i gulag, vengono ricordati per aver attuato una politica di repressione per alcune “razze” ritenute inferiori, invece sugli animali, specialmente i cani, filmati e documenti riportano un totale rispetto e ammirazione tranne che per uno: il cane Jackie capace di fare il saluto nazista.
La singolare storia di svolge nei primi mesi del 1941 dove il ministero degli Esteri della Germania nazista, nel pieno della seconda guerra mondiale, aveva deciso di occuparsi di un cane fantasia di taglia media che viveva tranquillo in una casa di Tampere nella fredda Finlandia.
Uno dei comandi più facili da insegnare ai nostri amici pelosi è “zampa”, la sottile linea che separava un comando divertente da uno ritenuto dannoso per il Terzo Reich era che si trovavano di fronte un cane in grado di alzare la zampa imitando il saluto nazista.
La sua padrona era una tedesca emigrata e sposata con un finlandese contraria al regime, aveva deciso di ribattezzare il suo cane Jackie con il nome di Hitler, ogni volta che chiamava Jackie con il soprannome del führer si metteva seduto e sollevava la zampa proprio come il saluto nazista.
La vicenda emerge nel Die Tageszeitung di Klaus Hillenbrand, uno storico che ha avuto la fortuna di poter leggere diversi documenti dell’epoca recentemente rinvenuti affinché li studiasse e catalogasse, dai quali trapela anche che Jackie apparteneva ad un industriale farmaceutico, Tor Borg, che venne convocato all’ambasciata di Helsinki dopo che il vice console, Willy Erkelenz, scrisse un dispaccio parlando di «un testimone che non vuole essere identificato che ha detto di avere visto il cane di Borg rispondere al suono “Hitler” con il gesto della zampa alzata».
Borg negò cercando di minimizzare ammettendo che sporadicamente la moglie lo aveva effettivamente chiamato Hitler spiegando che il saluto nazista con la zampa si era ripetuto poche volte e solo molti anni prima, attorno al 1933, a poca distanza dall’insediamento del führer senza alcuna correlazione diretta tra l’alzata di zampa e il rituale nazista.
Fu messo a verbale che Borg e moglie avessero fatto «nulla che possa essere considerato un insulto contro l’impero tedesco», il console però non credette alla storia del finlandese e nel rapporto a Berlino arrivò: «Borg, nonostante quello che afferma, non sta dicendo la verità».
Alla fine la vicenda coinvolse la stessa Cancelleria di Hitler e il ministero dell’Economia che iniziò delle pressioni sull’azienda chimica Ig Fabren, fornitrice delle industrie farmaceutiche di Borg, al fine di interrompesse le consegne per mettere in ginocchio l’imprenditore considerato bugiardo e un pericolo per il buon nome del Führer.
Si arrivò anche a pensa ad un un vero procedimento contro Borg, moglie e quadrupede in tribunale, per fortuna senza però trovare testimoni disposti a ripetere le accuse davanti ad un giudice.
Non sappiamo se Hitler in persona sia venuto a conoscenza dei fatti, Hillenbrand racconta che la sua cancelleria conosceva tutta la storia occupandosene nonostante fatti ben più importanti. Sappiamo però che la guerra finì male per la Germania e sicuramente nessuno andò più a indagare su Jackie e sull’industriale che morì nel 1959 all’età di 60 anni, la sua società, oggi Tamro Group, è leader per le vendite di prodotti farmaceutici nei paesi nordici. Quest’ultima è stata anche contattata ma la portavoce Margit Nieminen non aveva ulteriori dettagli da fornire.