Darsi una mano reciproca per la protezione del tonno rosso e degli elefanti è la proposta che vedrà a breve una stretta collaborazione tra l’Europa e l’Africa. Alla prossima riunione per la Convenzione sul Commercio Internazionale di specie di flora e fauna selvatica minacciate di estinzione, Cites, prevista a Doha nel Qatar gli obiettivi da raggiungere saranno tanti.Uno dei temi principali degli incontri sarà certamente legato al commercio clandestino dell’avorio che sta portando alla morte di moltissimi esemplari che presto potrebbero diminuire sensibilmente di numero, ma gli animali in pericolo in questo senso sono tantissimi e l’unico modo per combattere fenomeni come bracconaggio e vendite clandestine, è la cooperazione tra i Paesi.
Nell’accordo, quindi, è previsto che 23 Paesi africani dell’Ue voteranno in favore della protezione del tonno rosso in cambio di un sostegno concreto per la salvaguardia degli elefanti. Tanzania e Zambia e certamente dietro di loro molti altri Stati, hanno intenzione di riclassificare l’intera popolazione di quello che è considerato il più grande animale presente sulla Terra e, in questo modo, non farebbero altro che fomentare la ripresa della scongiurata vendita del prezioso avorio. Kenya, Etiopia e Nigeria, invece, sono assolutamente contrari a queste intenzioni e faranno di tutto per impedire che si possa lucrare su creature che, per quanto gigantesche di dimensioni, sono spesso inermi di fronte alle decisioni umane.
I Paesi africani contrari alla proposta, temono che ben presto alcuni Paesi dell’Unione Europea, possano trovare dei vantaggi nella decisione di Tanzania e Zambia e, quindi, hanno pensato che stringendo un patto di protezione reciproca delle specie si possa evitare un incidente diplomatico dovuto solo ad eventuali interessi contrari o visioni differenti del problema. I 23 voti favorevoli dei Paesi africani per bloccare la caccia internazionale al tonno rosso sono molto importanti per dare il via alla legge dell’Unione Europea e, allo stesso modo, l’assenso e l’aiuto dei 27 Stati membri dell’Ue potrebbe davvero cambiare le sorti degli elefanti.