Tra tutti gli animali domestici il cane è stato quello che fin dai primi contatti con gli umani si è adattato meglio alla vita in comune, in modo attivo e partecipativo, a differenza degli animali da fattoria, come il cavallo, ad esempio, che vive in modo più indipendente e meno bisognoso di continua compagnia, o del gatto, che tutti sappiamo essere assolutamente autonomo e anche passivo nella vita casalinga. I cani non sono stati addomesticati, rinchiusi in recinti (vedi le mucche, le galline, i maiali, e qui potrebbe aprirsi una lunghissima parentesi sulla crudeltà di alcuni esseri umani), ma si è sviluppata un’intesa con l’uomo che li ha portati a dividere la casa, il cibo e quindi a stabilire una sorta di affetto reciproco. Il cane riconosce il suo padrone, lo segue, ne ha bisogno, vive una sua dimensione gerarchica e soffre se colui che aveva riconosciuto come capo branco viene a mancare.
Nelle famiglia il capo è solitamente una figura adulta, un genitore, o comunque sia un adolescente. I bambini vivono con i cani un’intesa silenziosa e quasi ancestrale, dettata innanzi tutto dal fatto che i cani conservano sempre un aspetto puerile, che permette questo tacito accordo che si divide tra gioco e affetto e che a volte stupisce noi adulti quando vediamo dei bambini piccoli non aver paura e giocare gioiosamente con dei cani di grossa taglia, come se fossero davvero due cuccioli.
Una spiegazione di questa intesa tra cani e bambini potrebbe risiedere nella chimica addirittura. I bambini, così come i cani giovani, hanno nel loro organismo una quantità maggiore di magnesio e potassio e questo dona loro un odore particolarmente simpatico, che spiega l’attrazione che i cani hanno per i piccoli e anche l’indulgenza nei loro confronti. Infatti succede a volte che quando i bambini crescono siano sia loro a perdere interesse per il cane, magari interessandosi di più ai giochi con gli altri bambini, o ad altre attività “umane”, e che anche i cani provino un’attrazione minore nei loro confronti. Comunque sia il cane continua ad adorare il gioco, è anche questo lo ha reso così integrato nella vita umana proprio perchè è attivo, partecipa, cerca i componenti della famiglia per giocare (avete presente le palline?!), simula, si nasconde per farsi cercare, si scalda e inizia ad abbaiare. La presenza di un cane in casa si sente, costantemente, dal rumore delle zampe alle risate di un bambino, che sta giocando con il suo cane.
Ci sono alcuni accorgimenti da prendere però. La nascita di un bimbo porta alla luce uno dei sentimenti piuttosto radicati nel cane: la gelosia. Bisogna fare attenzione, continuare a dare al cane l’affetto che merita e non escluderlo completamente dalla vita familiare, non lasciarlo mai solo con il nuovo intruso, fino a che il piccolo inizierà a camminare, perchè in quel momento, sempre in modo misterioso e naturale, si concretizzerà l’intesa e inizieranno i giochi. Altra nota importante quella sui cani anziani, meno disposti alle nuove amicizie e ai giochi sfrenati, potrebbero diventare aggressivi con i bambini.
E’ comunque molto importante insegnare ai bimbi a convivere in modo civile con il loro cucciolo. Ci sono quei cani che si lasciano torturare, dita negli occhi, tirate dicoda, alcuni si lasciano anche cavalcare, ma i bambini devono rispettare i loro animali. Non disturbarli quando mangiano e quando dormono, non stritolarli in eccessi di affetto, i cani possono essere molto pazienti, ma sono sempre esseri sensibili, e vanno rispettati anche nelle effusioni e nel gioco.
Questo rapporto così profondo tra cani e bambini ci insegna come i cani, ormai, non saprebbero più vivere senza la presenza degli uomini, pensiamo allo sbando dei cani abbandonati, dei randagi che cercano cibo e una carezza da chi li soccorre e li aiuta, o alla tristezza dei cani che vivono nei canili, e pensiamo anche a quanto la vita di noi essere umani sarebbe triste senza la presenza dei nostri fedeli compagni.
[photo courtesy of bugbegone]
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