Il gatto Persiano discende i linea diretta dal Gatto d’Angora e viene allevato ufficialmente dal 1871; il suo ingresso in Italia dalla Persia pare che risalga al 1700 grazie all’esploratore Pietro della Valle, che si innamorò di questi gatti dal pelo lungo e setoso. Circa cento anni dopo la razza fece il suo ingresso in Inghilterra e in Francia, dove fu incrociata con i gatti d’Angora per ottenere un mantello ancora più setoso e dalle tinte più varie. In Inghilterra i Persiani vengono chiamati “longhair”, cioè “a pelo lungo” e ogni colore è una razza a parte.
Fisicamente, il Persiano possiede una testa larga e di forma tondeggiante, con guance paffute e collo corto e muscoloso; gli occhi sono luminosi, grandi ed espressivi, e il loro colore deve essere in tinta con quello del mantello. Il corpo, generalmente lungo dai 40 ai 50 centimetri esclusa la coda, è forte e muscoloso; la coda è molto pelosa e termina con un pennacchio. La caratteristica principale del gatto Persiano è l’abbondanza del mantello, che è presente soprattutto nelle zone del collo delle spalle e delle zampe.
La colorazione del Persiano è basata su tre tipi: monocromatico bianco con occhi gialli, blu e arancio, monocromatico nero, crema, rossicci e azzurri con occhi arancio, e pluricromatico con gli occhi intonati al colore del mantello.
Il gatto Persiano possiede un temperamento risoluto, nascosto, però da una grande calma, è molto socievole, sia con gli uomini e che con i suoi simili, e raramente graffia; è un gatto che si inserisce molto bene nelle vita casalinga, è molto affettuoso e si adatta bene sia alla famiglia che agli ospiti.
A questa razza di gatto occorrono frequenti e scrupolose spazzolature per evitare di spezzare il pelo; l’alimentazione deve essere varia, con prevalenza di cane, pesce, verdura e riso. Nei primi mesi è essenziale un apporto multivitaminico per favorire la crescita del mantello e delle ossa.
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