Cani e terremoti: tra storie tristi, vicende a lieto fine, supporto alle ricerche, presentimento… l’ennesimo capitolo su questo argomento lo ha scritto, a due anni dal violento sisma che ha sconvolto L’Aquila, Francesca Capelli, in un libro per bambini intitolato Il grande cane nella città fantasma, illustrato da Brunella Baldi ed edito da Prìncipi e Princìpi.
La storia si svolge in Abruzzo, all’indomani del devastante terremoto che ha sradicato un’intera città, sottraendo uomini e animali domestici alle loro vite, spezzando legami con un taglio brusco e duro da accettare, come solo una morte improvvisa che non dà il tempo di spiegare, capire ed accettare, è capace di fare.
I cani, durante queste tragedie naturali, lo abbiamo visto in più di un’occasione, se riescono a salvarsi, aspettano pazientemente che dalle macerie rispunti il padrone, con una fedeltà e certi occhioni tristi che spezzano il cuore solo a guardarli un istante, tanto c’è da perdersi in quell’immensa tristezza che vi si legge. Spesso si rifiutano di muoversi, in un’attesa fiduciosa che a noi umani, consapevoli che nessuno tornerà, fa ancora più male a vedersi.
Eppure, la storia che racconta questo libro ci parla della voglia di ricominciare ad amare di un cane. I suoi padroni sono morti durante il sisma e non è riuscito a salvarli. Malgrado questo lo renda molto triste, il cane viene adottato da alcuni bambini Rom e decide, dopo qualche tentennamento, di rinunciare alla casa fantasma, guarire dal dolore e partire con la sua nuova famiglia ricominciando a vivere.
Il grande cane nella città fantasma è anche un modo per raccontare ai bambini un evento drammatico come il terremoto in Abruzzo, utilizzando un misto di fantasia, realismo e poesia. E sappiamo quanto, nell’immaginario dei più piccoli, gli animali esercitino un potere suggestivo molto forte, capace di far passare messaggi profondi utilizzando il linguaggio, la vita e le emozioni, semplici quanto straordinarie, dei tuttozampe.
[Fonte: Tgcom]