Continuano quotidianamente le denunce da parte di associazioni animaliste o aziende di spessore legate al settore, riguardo ai reali rischi di scomparsa di moltissimi esemplari presenti oggi, seppure in quantità minime, in natura. Questa volta a parlare è Federparchi, che annuncia che in Italia, calcoli precisi, fanno temere per almeno il 45 per cento delle specie di animali. Una delle ultime occasioni, nel corso della quale si è avuto modo di parlare del pericolo, è stato il festival di editoria ambientale “Parco Libri”, terminato da poco a Pisa.
Lo stesso presidente di Federparchi, Giampiero Sammuri, ha dichiarato nel corso dell’evento: “In questi anni si è fatto troppo poco per salvaguardare la biodiversità, il 45 per cento delle specie animali in Italia rischia l’estinzione, Potremmo perdere per sempre l’orso bruno marsicano, il camoscio dell’appennino, l’aquila del Bonelli, l’avvoltoio Capovaccaio, il delfino, la foca monaca, le tartarughe marine, gli squali, le mante e le balenottere“. Per non parlare delle piante, che da settimane sono al centro del contendere, in quanto molti esperti ritengono che bisogna intervenire immediatamente per scongiurare il peggio. Quelli che un tempo erano, infatti, degli arbusti molto presenti nelle nostre terre, ormai sono rari e quasi inesistenti da parecchi anni.
Sempre secondo lo stesso presidente: “le ultime rilevazioni mostrano una forte diminuzione delle specie vegetali. Il caso simbolo può essere quello dell’abete dei Nebrodi salvato dall’opera di tutela del parco delle Madonie in Sicilia di cui oggi si contano soltano 29 esemplari“. Si capisce bene che non è più il momento soltanto delle parole e delle previsioni, ma bisogna intervenire immediatamente in modo risolutivo. “gli esemplari attuali di orso bruno marsicano,- ha concluso – sono soltanto una cinquantina e quelli di camoscio dell’Appennino un migliaio. Numeri che preoccupano, ma sottolineano soprattutto l’importanza dell’operato dei parchi e delle aree protette nel salvaguardare la biodiversità“.