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I ciclidi nani sudamericani.

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I ciclidi nani sudamericani sono ormai diventati tra i pesci più diffusi in acquariofilia grazie alla loro estrema adattabilità e al loro comportamento assolutamente affascinante.

Come dice il nome, si tratta di pesci di dimensioni inferiori ai 14 cm (per i maschi) o i 12 cm (per le femmine), il che li rende molto adatti anche a vasche dal litraggio non altissimo (70 litri in su). Sono pesci che vivono nelle acqua del bacino del Rio delle Amazzoni, che per estensione copre diverse tipologie di acqua: andiamo da quella acide e tenere, a quelle alcaline e dure, con la possibilità di trovare zone con valori intermedi e diversi da quelli standardizzati nei biotopi.

Questi ciclidi sono pesci territoriali, che quindi devono potersi dividere un ampio territorio se messi in vasca con altri ciclidi nani: lo stress causato dalla convivenza può risultare fatale per l’esemplare (o la coppia) sottomessa. Tranne che nel periodo riproduttivo, i nani non attaccheranno in maniera feroce altri pesci, dando quindi la possibilità di inserirli in vasca con altre razze pacifiche e di branco.

Una delle caratteristiche che più affascina l’acquariofilo è sicuramente come la coppia di riproduttori si prende cura della prole. Una volta ottenuta la schiusa delle uova (solitamente deposte in anfratti, in gallerie scavate nel fondo o su arredi della vasca), queste vengono accudite da entrambi i genitori, che allontanano i pericoli e sorvegliano gli avannotti in ogni movimento. Il branco viene tenuto compatto e si assiste spesso ad una vera e propria divisione degli spazi, dato che gli abitanti dell’acquario capiscono velocemente che non è il caso di infastidire la coppia di genitori.

Questo è sicuramente uno degli spettacoli più belli che un appassionato può vedere allevando questi pesci: non è raro vedere pesci sensibilmente più grandi dei riproduttori assolutamente terrorizzati dall’aggressività difensiva dei genitori, disposti a tutto pur di difendere i propri piccoli.

Molte specie di ciclidi nani formano poi coppie stabili, per cui è meglio essere sicuri di non inserire altri conspecifici che potrebbero essere considerati un pericolo per la deposizione. Diversamente, se lo spazio lo permette (parliamo di vasche da almeno 180 litri ed un metro di lunghezza), è possibile inserire coppie di ciclidi nani di genere diverso: tenete sempre presente che una volta che i territori saranno definiti, le coppie saranno comunque intolleranti in caso di invasioni.

I ciclidi nani sono pesci carnivori: in quanto tale, consigliamo di somministrare mangimi secchi a base di componenti animali (larve di zanzara, krill, artemie,…) da alternare a mangime vivo o surgelato. Evitate di inserire in vasca crostacei molto piccoli, che potrebbero stuzzicare la voglia di un assaggio di questi pesci.

Per il neofita che si vuole avvicinare ai ciclidi consigliamo Apistogramma Borelli, Apistogramma Cacatuoides e Microgeophagus Ramirezi, diffidando sempre da quelle variazioni che non si trovano in natura (varietà pinne a velo, baloon, …). Attenzione anche alla salute dei pesci, che spesso vengono tenuti dai negozianti in maniera non idonea: nel caso siate interessati, non abbiate fretta di acquistarli, ma scegliete solo pesci dall’ottimo stato di salute e particolarmente vitali.

1 commento su “I ciclidi nani sudamericani.”

  1. la frase iniziale dell’articolo è fortemente discutibile…”I ciclidi nani sudamericani sono ormai diventati tra i pesci più diffusi in acquariofilia grazie alla loro estrema adattabilità e al loro comportamento assolutamente affascinante.”
    Mi dedico a ciclidi nani del sudamerica da tempo e posso affermare con certezza che non si tratta di specie “estremamente adattabili”: è la vasca che si adatta a loro e non viceversa…forse non tutti sanno che queste specie (di assoluta bellezza e dai comportamenti effettivamente affascinanti, soprattutto in fase di deposizione e schiusa delle uova! questo è indubbio…) richiedono valori dell’acqua perfetti e pulizia della vasca costante e molto attenta! oltrettutto l’acquario deve essere costituito in un certo modo (con molti anfratti, legni di torbiera, ecc), dunque passare il messaggio che possono adattarsi a qualsiasi acquario mi sembra riduttivo.
    Oltretutto penso che un articolo generalista che non si indirizza ad appassionati del settore (non essendo questo un sito per acquariofili) ma ad un pubblico generico non possa suggerire l’acquisto di tali esemplari senza sottolineare che l’allevamento di queste specie è considerato da qualsiasi libro in materia come “pesce difficile”. Ho trovato “scorretto” non evidenziare, altresì, che i ciclidi nani del sudamerica si ammalano con una facilità estrema quindi, bisogna “studiare” prima di buttarsi a capofitto in un acquario sud americano perchè se non si conoscono le cure preventive e i metodi per riconoscere sin da subito le malattie e se non si predispongono gli strumenti per curarle il pesciolino tanto colorato muore in 3 giorni! Forse l’articolo avrebbe dovuto mettere in luce anche questi aspetti.
    Quando io ho incominciato a dedicarmi ai ciclidi nani (dopo un anno che mi informavo al riguardo, studiavo le specie e leggevo libri in merito!), i negozianti ne erano sprovvisti…. Sapete qual’è l’unico motivo per cui ora i negozi di acquari ne sono pieni?? perchè i negozianti si sono accorti che questi pesci ipercolorati attirano i clienti! E ad un cliente già ingolosito, basta dire che la specie è di facile gestione, e il gioco è fatto! pura logica di mercato! tuttavia, nella mia esperienza, molti negozianti non sanno di cosa parlano e osservando le vasche di ciclidi (soprattutto di ramirezi visto che vanno per la maggiore -in realtà sono tra i ciclidi più difficili!-) si può vedere pesci con la pinna caudale chiusa o dall’aspetto “scuro” rispetto ai conspecifici o pieni di puntini bianchi per esempio…bene quei pesci moriranno entro 2 gg perchè spesso il negoziante non sa nemmeno che sono malati! e pensare che potrebbero essere curati facilmente se presi in tempo! Un mio suggerimento è non fidarsi mai troppo dei negozianti perchè ahimè sono “negozianti” e quindi “venditori”…
    Insomma il messaggio che volevo passare è questo: l’acquario non è un gioco, bisogna gestirlo consapevolmente e avere rispetto anche per i pesci…solo perchè non sono animali grandi o costosi, o perchè non si lamentano se stanno male (cosa peraltro discutibile perchè vedere un pesce star male è straziante…provare per credere!), non significa che farli morire banalmente sia giustificabile…
    Concludo suggerendo a tutti l’acquisto di tali specie perchè sono bellissime ma, mi raccomando, non compriamole ad occhi bendati… informiamoci bene prima! E se poi è il primo acquario in assoluto e sappiamo di non poter dedicare troppo impegno alla vasca ma si vuole a tutti i costi avere pesci tropicali colorati, puntiamo piuttosto ai ciclidi africani…del lago walawi o del tanganica…sono molto più robusti! Colori, rituali di corteggiamento, schiusa delle uova, cure parentali e quant’altro sono del tutto simili a quelli dei ciclidi nani sudamericani…la differenza sta nella più facile gestione…parlo per esperienza
    Grazie

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