I cani in Iraq sono stressati, sofferenti e angosciati. Del resto non è impossibile da prevedere una cosa del genere, visto che la guerra non può mai portarsi dietro nulla di buono. Non soltanto i soldati al fronte, quindi, vivono una situazione estrema o al limite, ma anche “l’amico più fedele”, lo accompagna in questa “discesa nell’inferno” e studi recenti hanno confermato che l’esperienza traumatica dei conflitti, può davvero trasformarli se non per sempre, almeno per lungo tempo. Quelli che arrivano negli Stati Uniti dopo la vita tra una sparatoria e l’altra, quindi, mostrano strani comportamenti che denotano un vissuto fatto di disagi e stenti e questo non è giusto per una creatura indifesa e sempre pronta a schierarsi dalla parte degli esseri umani.
L’ultimo esempio limite è quello di Gina che è un pastore tedesco che è stato addestrato per mesi a trovare esplosivi. Una esperienza che l’ha segnata e, alla fine, è dovuta andare in cura come un qualsiasi essere umano, perchè non riesce più ad entrare in una stanza senza andare nel panico. La sua sensibilità perciò è stata turbata e ora è compito proprio degli uomini che l’hanno fatta ammalare tentare di rimediare a questa situazione. Un caso limite raccontato dal “New York Daily News”, ma non l’unico.
La stessa Gina, prima di tale traumatico evento, era una creatura allegra e socievole, ma perquisire le case per cercare bombe, è un compito duro e doloroso per qualunque specie che abita sulla Terra. Come tutti i cani è dotata di un udito molto raffinato, che l’ha portata spesso di fronte a potenti esplosioni e, tante volte ha rischiato di rimanere vittima di incidenti, soprattutto quando il convoglio accanto a quello dove viaggiave è stato bombardato. Tornata in Colorado, le è stata diagnosticata la sindrome da stress post-trauma e, del resto, medici e veterinari concordano sul fatto che animali e persone soffrono dei medesimi shock.