I gatti sono commensali molto esigenti. Abbiamo già parlato dei motivi che portano il cane ad essere schizzinoso davanti alla ciotola, ora vediamo cosa fare quando capita ai nostri amici gatti. Un gatto può apprezzare un cibo per molti anni, per poi ritrovarsi, un giorno, di punto in bianco, a storcere il muso.
Come per il cane, bisogna innanzitutto escludere che non ci sia alcuna ragione medica che giustifichi un simile comportamento e quindi uno o più tra questi sintomi: perdita di peso, vomito, diarrea, associati alla mancanza di appetito. In tal caso è opportuno ricorrere al veterinario. Risolvendo la malattia o la causa scatenante anche l’appetito tornerà regolare.
Se invece il motivo è da ricercarsi nella testolina permalosa dei nostri mici, provate a verificare che il cibo soddisfi uno o più dei seguenti requisiti e per esclusione capirete qual è il problema specifico che allontana il vostro amico a quattro zampe dalla ciotola.
La parola d’ordine da ricordare è appetibilità, usata per descrivere il sapore, l’aroma e la consistenza di un alimento. Il gusto e l’olfatto sono molto importanti per un gatto, così come lo sono la forma e la consistenza, spesso sottovalutati.
In prossimità di un alimento, la prima cosa che fa un gatto è odorarlo. Se passa il test farà un tentativo per assaggiarlo. A quel punto saranno la forma e la consistenza a determinare se il gatto continuerà a mangiare il cibo. Il modo in cui si scioglie in bocca, la dimensione ed il contenuto di umidità sono tutte proprietà da prendere in considerazione.
Gli studi dimostrano che i gatti preferiscono variare spesso, sia nella forma che nel gusto.
L’umidità, il contenuto di grassi, gli additivi a base di carne, le proteine e l’acidità sono tutte cose che determinano l’appetibilità. Le aziende alimentari per animali prendono in considerazione tutti questi fattori nel formulare alimenti per gatti.
Sapore.
I gatti sono notoriamente esigenti e le loro preferenze alimentari sono molto individuali. Alcuni gatti preferiranno morire di fame prima di mangiare un cibo che trovano disgustoso. Può essere utile optare per una dieta che preveda un vasto assortimento di sapori e diverse consistenze.
Alcune cose che possono influenzare la percezione del sapore di un gatto comprendono l’aroma, il gusto, la consistenza e la temperatura. I gatti, in possesso di papille gustative sulla lingua, reagiscono positivamente a sostanze classificate come salate, aspre o acide ma non sembrano particolarmente attratti da sostanze dal sapore dolce.
Odore.
I gatti hanno un olfatto molto sensibile, molto più di noi esseri umani. Il profumo che emana il cibo è fondamentale per persuadere il gatto a mangiare. Un buon odorino da solo è spesso sufficiente a spingere il gatto ad avventarsi sulla ciotola, senza porsi troppe domande.
Consistenza.
I gatti non sono in grado di masticare in modo efficiente. Pertanto, devono ridurre le dimensioni del cibo mediante tranciatura o tagliandola in piccoli pezzi, in modo che poi possa essere ingerito più facilmente. Il cibo umido può quindi essere mangiato più in fretta, mentre comparativamente, il cibo secco, che è anche molto più calorico, di solito è consumato più lentamente.
Temperatura.
Il calore del cibo sembra giocare un ruolo importante nella appetibilità degli alimenti. Probabilmente perché la temperatura calda ricorda al gatto una preda uccisa da poco.
Stress e alimentazione.
I gatti adulti sotto stress tendono a diminuire la loro assunzione di cibo, e tendono a rifiutare gli alimenti che gli ricordano un’esperienza stressante. Il luogo in cui è posizionata la ciotola è fondamentale: il rumore e l’illuminazione troppo intense possono disturbare il gatto. Inoltre i gatti potranno anche rifiutare alimenti che sono carenti in minerali e vitamine come la tiamina.
Età.
La capacità olfattiva ed il gusto possono diminuire con l’età. Alcuni gatti rifiutano un cibo che hanno mangiato per anni proprio a causa dell’olfatto ridotto e di un palato meno reattivo.
[Fonte: Petplace]
1 commento su “Gatti a tavola, questione di… gusto!”