Gli animalisti sono sul piede di guerra, e se qualcuno pensava che con il rinvio della decisione sulla chiusura di Green Hill, l’eco mediatico potesse in qualche modo spegnersi, ha fatto i conti male. Un centinaio di attivisti, infatti, si sono radunati davanti all’Aidaa e hanno iniziato uno sciopero della fame a staffetta per 1 giorno a settimana.
L’Aidaa, inoltre, ha reso noto che il digiuno andrà avanti fino a quando il Senato non avrà votato la norma che prevede la chiusura dell’allevamento lager di Green Hill. Intanto, domani andrà “in onda” la replica della protesta dell’8 maggio in tutte le principali città italiane, da Nord a Sud. Anche a Berlino, nella famosa Alexander Paltz, gli animalisti manifesteranno contro Green Hill con striscioni e cartelli.
Tutto questo “chiasso” vuole ricordare ai senatori che il consenso popolare alla modifica della legge comunitaria sulla sperimentazione animale è sempre più forte. Come ha dichiarato il Coordinamento Fermare Green Hill:
Scendiamo in piazza perché il paese si allontani presto dal medioevo rappresentato dalla vivisezione e si possa cominciare un epoca in cui gli animali non siano più cavie nei laboratori.
Il 16 maggio, infatti, si deciderà delle sorti di Green Hill, dentro o fuori. Se la commissione Politiche Comunitarie lascerà intatto il testo approvato dalla Camera, l’allevamento lager di Montichiari sarà costretto a chiudere i battenti, ma non solo, i controlli sulla sperimentazione animale saranno più severi, ci sarà l’obbligo di anestesia per tutte le cavie, e finanziamenti più corposi a favore della ricerca scientifica che usa tecniche sostitutive.
Gli italiani non ammettono più che una realtà come Green Hill possa esistere nel proprio Paese, e soprattutto, rispetto a qualche anno fa, sono molto più informati sulla sperimentazione animale, spesso inutile (oltre il 90% dei farmaci testati sugli animali non superano la fase delle prove cliniche) se non addirittura motivo di ritardo nella ricerca scientifica, come nel caso dello sviluppo della chirurgia del by-pass o del trapianto del fegato, solo per citare gli sbagli più eclatanti.
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