I grattini sulla pancia sono generalmente benvoluti e amati dai cani. E anche dai padroni, che trovano l’atto di per se stesso molto rilassante. Ma perché questo approccio di solito piace tanto ai nostri amici a quattro zampe?
Comprendere il contesto dell’atto
Per quanto sia un comportamento molto comune dobbiamo imparare che non possiamo aspettarcelo da tutti i cani. Alcuni di essi, soprattutto se provenienti da un contesto di un certo tipo e non educati adeguatamente potrebbero non amarlo. Perché comunque sinonimo di arrendevolezza: qualcosa di non tipico di alcune razze e al alcuni caratteri.
Più generalmente però la maggior parte di essi, anche quelli adottati, non disdegnano una bella dose di grattini sulla pancia da parte del proprio padrone. Tra l’altro quando questi avvengono di solito è possibile notare come le zampe posteriori si muovono con quello che è conosciuto come riflesso di grattamento.
Una reazione involontaria proprio tipica di questa stimolazione. Si tratta di un collegamento tra il sistema nervoso centrale e i recettori sensoriali cutanei del cane. Quando a essere stimolati, con i grattini sulla pancia, sono i recettori del prurito il cervello manda automaticamente il segnale motorio alle zampe.
Non dobbiamo poi dimenticare che il ventre e una parte vulnerabile del corpo dei cani e quindi molto più sensibile. E anche la parte priva di copertura da parte del pelo. Ragione per la quale i grattini sulla pancia potrebbero rappresentare anche un sollievo mentale al cane favorendone il rilassamento.
I grattini sulla pancia fanno sentire coccolato il cane
Quando il cane si rovescia sulla schiena per farsi fare i grattini sulla pancia esprime proprio una richiesta di coccole. E qualcosa legato alle cure che le madri mettono in atto nel periodo dell’allattamento. Di solito la stimolazione da queste attuata le aiuta a stimolare le propri piccoli l’uso della vescica.
Il cane quando il padrone gli fa i grattini sulla pancia si sente coccolato ma soprattutto curato, e rafforza il legame affettivo. Sapendo di riuscire nell’intento anche in base al millenario rapporto instauratosi tra la specie umana e quella canina.
Bisogna allo stesso tempo però fare attenzione e verificare questo comportamento non sia realtà sinonimo o cagione di stress. Alcuni cani infatti potrebbero non amarlo perché si sentono minacciati da tale approccio. O ancora cercarlo in relazione alla necessità di rendere meno duro il comportamento percepito dell’umano che si trova davanti.
Diventa importante quindi quando ci apprestiamo a fare i grattini alla pancia al nostro cane, capire il contesto nel quale ciò sta avvenendo e comportarsi di conseguenza.