Harambe non era King Kong, ma un gorilla di 17 anni nato in cattività, mai stato aggressivo, viveva allo zoo di Cincinnati (Usa). E’ stato ucciso dopo che un bambino di 4 anni è caduto nella sua recinzione per negligenza dei genitori. Anche un leone e una leonessa allo zoo di Santiago del Cile sono stati uccisi per applicare protocolli di sicurezza dopo che un uomo nudo è entrato nella loro gabbia per suicidarsi. Sono gli ultimi episodi di una triste cronaca che ci racconta sempre la stessa cosa: come che sia, a pagare sono sempre gli animali.
In natura una mamma gorillessa lascerebbe mai il suo cucciolo incustodito come è capitato al piccolo umano che ha scavalcato una recinzione, ha fatto un volo di tre metri ed è finito a tu per tu con Harambe? Le immagini del gorilla che spinge e trascina il bambino nella vasca per qualche metro, poi lo rimette in piedi, ma non pare avere alcun intento aggressivo, hanno fatto il giro del mondo. Ipotesi, interpretazioni, commenti, infiammano la Rete. Era buono o cattivo, Harambe? Voleva far del male o no al bambino?
La decisione giusta è stata presa, è stata una decisione difficile. Abbiamo protocolli e procedure da seguire in situazioni di emergenza, ha detto il direttore dello zoo di Cincinnati Thane Maynard – Il bimbo non era sotto attacco ma in una situazione come quella poteva succedere qualunque cosa.
Gli attivisti hanno lanciato tramite Change.org 15 petizioni prossime a raggiungere le 500 mila firme per chiedere giustizia per Harambe e che i genitori del piccolo siano indagati per omessa sorveglianza e negligenza.
Allo zoo di Santiago del Cile, stessa storia:
Non avevamo tranquillanti ad azione rapida per fermarli e la vita delle persone per noi è primaria, ha detto la direttrice dello zoo Alejandra Montalba.
I due leoni, un maschio e una femmina, si sono comportati proprio come, in natura, si comportano i leoni all’arrivo di un soggetto estraneo nel loro territorio: l’hanno attaccato.
Che noi umani, siamo non solo contro natura, ma fuori natura è chiaro ed evidente. Certamente i protocolli di sicurezza sono stati rispettati e applicati; certamente la vita umana ha avuto la precedenza; il bambino ricoverato in ospedale è salvo; l’aspirante suicida se la caverà con qualche ferita.
Resta l’amarezza, un senso di indignazione e vergogna per essere come siamo, noi della razza, o sottorazza, umana. Ancor prima di ogni protocollo, Harambe non avrebbe mai dovuto trovarsi in quella cella di reclusione all’aperto inventata da noi umani e chiamata zoo, e così i leoni. Figurarsi il bambino!
Fonte ansa.it nypost.com e nbcnews.com
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