Gli animalisti lanciano un allarme che si spera non finisca nel dimenticatoio, come più o meno è sempre stato: troppi amici a quattro zampe sono ancora utilizzati per atroci esperimenti, all’interno di laboratori. Una situazione insostenibile che porta a cifre incredibili, considerato che nella sola Europa, ci sono ancora 4.000 gatti e addirittura 21.000 cani che entrano a far parte di sperimentazioni terribili, al limite della tortura, metodi che tra l’altro potrebbero essere tranquillamente sostituiti con tecniche più dolci. Piano piano però, sembra che qualcosa si stia muovendo in questo senso e per molti di questi esseri viventi, sarà possibile tornare ad una vita normale, seppure con qualche trauma da dimenticare.
Come è già avvenuto qualche tempo fa con 70 gatte salvate nella nostra Penisola e inserite in un programma di riabilitazione fisica e psicologica di cui si è occupata la I-Caree, con il sostegno della Lega Anti Vivisezione, più nota come Lav, adesso si spera di proseguire per questa strada. Dalla stessa Associazione, infatti, fanno sapere che “le prime sei gatte tenute per anni in piccole gabbie e sottoposte a continui test per l’immunodeficienza felina, dopo un periodo di recupero fisico e psicologico sono state già adottate e le altre sono ancora in cerca di una famiglia.”
Il problema però riguarda anche altre piccole creature rinchiuse all’interno di laboratori come spiegano dalla Lav “conigli, primati e cavalli, sono fatti nascere con il solo scopo sperimentale e cresciuti in laboratorio dove li attendono iniezioni, malattie artificialmente indotte, fratture, prelievi, suture e ogni genere di deprivazione psicologica e fisica“. In ogni caso sembra che la struttura dalla quale arrivano le 70 gatte, sia l’ultimo in Italia a usare questo tipo di esemplari per gli studi. Purtroppo la legge permette ancora questo tipo di pratiche e, addirittura, è anche prevista la possibilità di scegliere gli stessi animali più volte per esperimenti anche molto invasivi.