Una volta erano le donne ad essere attentissime al loro aspetto fisico e a sentirsi facilmente brutte e fuori luogo, soprattutto nel periodo adolescenziale. Successivamente, la vanità ha iniziato ad interessare pure gli uomini e, adesso, sono persino gli animali a soffrire per il loro aspetto fisico. Il curioso studio, è stato portato avanti da Matteo Griggio dell’istituto Konrad Lorenz per l’Etiologia di Vienna e si riferisce, in particolare, alla passerotte che ci tengono a sbaragliare la concorrenza femminile e a conquistare con più facilità nel periodo dell’accoppiamento. Sembra, quindi, che quelle che si rendono conto di essere mingherline e poco avvenenti, non si avventurino a cercare un esemplare perfetto, ma si accontentino di uno che somigli a loro e che non sia di troppe pretese.
La ricerca che è durata parecchio tempo, ha prodotto dei risultati significativi pubblicati sulla rivista BMC Evolutionaru Biology. I maschi più belli, quindi, sono coloro che mostrano una più ampia varietà di colori sulle penne del petto e più questa parte è grande e cromaticamente interessante e più sono ambiti dalle femmine. Per questo diventano i maschi dominanti in un vasto territorio.
A queste conferme gli studiosi sono arrivati dopo aver preso in considerazione circa 200 fra passeri e passerotte e si sono divertiti, sempre a favore della scienza chiaramente, a renderne più belli alcuni con un piccolo aiutino. Hanno infatti inserito un cravattivo colorato posticcio di varie dimentisioni e hanno notato che le femmine più bruttine, cioè quelle che versavano in peggiori condizioni di salute o erano più magre, non li guardavano più probabilmente convinte che non avevano speranze. Sceglievano, a tal proposito, di accoppiarsi con quelli “standard”, cioè meno fascinosi, per così dire. Questo per evitare il rischio di non riuscire ad accoppiarsi e, allora, ecco che preferivano il passero meno ambito, ma almeno più semplice da conquistare.