Gli animali che sferrano più attacchi all’uomo

I dati parlano chiaro, anche se a volte sembrano assurdi e quasi incredibili. La capacità di un essere vivente di sferrare un attacco all’uomo e di essere potenzialmente pericoloso, non dipende dalla sua forza e neppure dalla sua dimensione. Vi sono creature minuscole, di cui non si nota neppure il passaggio che pur non avendo, di solito, capacità letali, riescono a colpire gli esseri umani ripetutamente, a dispetto della sua tanto conclamata superiorità.

Calcolando il numero di vittime che ogni anno producono, sono dieci gli esemplari più temibili del regno animale dai quali luogo dovrebbe rifuggire. Lo squalo, temutissimo predatore dei mari, si piazza solo all’ultimo posto perchè, vuoi che non sempre colpisce le persone e vuoi perchè l’occasione forse è meno frequente, uccide da trenta a cento persone ogni dodici mesi. Nonostante presenti un corpo rivestito al 90 per cento da acqua, la medusa riesce a sferrare attacchi a quasi cento ignare vittime. All’ottavo posto, una specie che sembra tranquilla e solitarie e invece si può trasformare in un sanguinoso ed aggressivo predatore ed è l’ippopotamo che conta ben duecento morti. Al settimo posto e in effetti ci può stare, regna, per usare un gioco di parole, il leone. Il re della foresta raggiunge un numero di attacchi pari a 250 all’anno.

Si piazza poi la piccola ape con 400 vittime e il grandissimo elefante che, se si arrabbia, non lascia davvero scampo, tanto da causare la morte di almeno 500 persone annualmente. Gli uomini hanno molta paura anche dei coccodrilli e non hanno torto, visto che in media procurano la morte di 2000 persone con estrema ferocia e velocità. Ben lontano dalla nostra terra, ma comunque possibile da incontrare durante i viaggi è lo scorpione con 5000 vittime certe, mentre al secondo posto ovviamente, non possono mancare i serpenti che provocano un numero altissimo di vittime: ben 100.000. Il primo posto è veramente curioso quanto preoccupante: la zanzara è il più temibile fra gli insetti, provocando il decesso di 2.000.000 di pesone a causa della malaria.