Se le notizie che arrivano dal Giappone sono devastanti, nel buio qualche spiraglio di luce si lascia intravedere. In fondo al tunnel, quel lampo di speranza si chiama amore e contraddistingue tutte le creature viventi.
Se infatti gli uomini sacrificano la propria vita per tentare di bloccare i danni provocati alle centrali nucleari dopo il terremoto e il conseguente tsunami e trovano tra le macerie ancora superstiti, per gli animali il discorso non è affatto differente. Nella desolazione totale, fa ancora più eco la storia di un cane che si è rifiutato per ore di essere aiutato dalle squadre di soccorso, perchè non voleva lasciare da solo, a morire , il compagno ferito.
Due lunghe ore a cercare di convincerlo che doveva fidarsi delle persone che potevano accudirlo e consolarlo, nulla da fare: lui era irremovibile mostrando un amore e una sensibilità assoluta verso un suo simile riverso a terra e dolorante, dopo l’arrivo dell’onda alta dieci metri. Tutto intorno nulla: solo acqua, fango e detriti. In pochi minuti anche le poche sicurezze di questi amici a quattro zampe, sono state spazzate via dalla furia incontenibile della natura.
Alla fine, il pet rimasto tra le macerie delle case sbriciolate dallo tsunami in Giappone, ha seguito i suoi salvatori, ma solo dopo essersi assicurato che l’altro cane venisse aiutato. L’animale è stato rinvenuto dai soccorritori nella città di Mito, nella prefettura di Ibaraki e, appunto non era solo. Con lui, un altro esemplare gravemente ferito. All’arrivo dei soccorsi ha fatto di tutto per indicare alle persone che il suo compagno aveva la precedenza e che lui, a parte lo spavento, stava meglio decisamente. La vicenda che tocca il cuore, si è conclusa quando la squadra dei soccorsi ha preso entrambi i cani e li ha portati in un canile locale dove sono stati curati e accolti. Insomma, dopo il dolore, l’amore è sempre quello che aiuta a superare i disastri e gli animali ancora una volta ci hanno insegnato una profonda lezione.