E’ Passato del tempo ormai, ma in Giappone è ora di capire davvero quali potrebbero essere nel breve e lungo periodo i danni non solo strutturali e ambientali, ma anche e soprattutto legati alla salute. Se nei giorni successivi al terremoto e al conseguente tsunami, nell’area intorno alla centrale di Fukushima si è pensato soprattutto alle persone e al rischio di contaminazione dei cibi, adesso si volge uno sguardo anche agli animali.
Abbandonati, soli e in molti casi senza padrone, stanno correndo gli stessi pericoli delle persone e, tra l’altro, non hanno davvero colpa di un evento per pur essendo naturale, ha avuto conseguenze terribili soprattutto a causa degli umani.
In questo modo, sono partire nelle scorse ore le operazioni per recuperare nella zona evacuata attorno alla centrale di Fukushima, gli animali abbandonati. Essendo moltissimi, non si è potuto procedere alla rimozione totale degli amici più fedeli, ma solo di alcuni di essi, per la precisione 27. In più, sono stati messi al sicuro anche due gatti.I cuccioli, infatti, erano stati lasciati dai proprietari nelle loro case, che non avevano avuto modo di portarli con sè.
Ancora, nell’area si trovavano almeno 200 animali d’affezione per i quali sembra che i livelli di contaminazione non siano temibili per nessuno. Perchè si è intervenuto solo ora? Perchè si è atteso un protocollo di azione che adesso è stato definito e che vede in prima linea molte associazioni animaliste internazionali che da settimane facevano pressione sulle autorità giapponesi. Non si sa nulla attualmente, invece, sugli animali da reddito. In buona parte si trovano allo stato brado, soprattutto se parliamo di bovini ed equini. Gli esperti che da tempo monitorano questo tratto di Giappone, dicono che nella zona evacuata sono rimaste tremila mucche, trentamila maiali, seicentomila polli ed altri animali domestici non quantificati, ma le speranza di ritrovarli vivi adesso è molto bassa.
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