A Lecce una gatta è stata più volte scaraventata contro un muro, rischiando di morire. La micia, che si chiama Titti, è stata ritrovata all’interno di un’aiuola dai residenti della zona. Ora si trova in osservazione presso uno studio veterinario privato perché l’Asl si sarebbe rifiutata di prestarle soccorso.
Attorno al caso è scoppiato un vero e proprio vespaio. Le persone che hanno ritrovato il gatto, infatti, hanno subito allertato Angelamaria Spagnolo, consigliera comunale del PD e grande amante degli animali, che si è rivolta dapprima ad Alfredo Pagliaro, Assessore al Randagismo, e poi a Giovanni Tortorella, responsabile del servizio veterinario dell’ASL. Tuttavia, nonostante le condizioni disastrose in cui si trovava il micio, con una zampa, il bacino e la mandibola fratturati, l’Asl non sarebbe intervenuta perché il Comune di Lecce non dispone di un gattile.
La Spagnolo, così non ha potuto far altro che portare l’animale dal suo veterinario di fiducia. Come ha dichiarato la consigliera comunale:
L’episodio serve a segnalare che se un gatto senza padrone ha bisogno di cure, a Lecce, non ha speranza. O la persona che lo raccoglie ha i soldi per pagare di tasca sua un veterinario o l’animale è condannato a morte. Non c’è un gattile, non c’è alcun interesse. Non pensate che il fatto sia irrilevante. C’è chi pensa che anche da questo si misuri il grado di civiltà di un popolo… e di un’amministrazione comunale.
Alfredo Pagliaro ha replicato che i suoi interventi quotidiani vengono svolti lontano dalla luce dei riflettori e che presto costruirà un gattile. L’intenzione di voler creare una struttura apposita per ospitare i gatti randagi e le colonie feline è chiaramente lodevole, tuttavia un’Asl che se ne resta a guardare mentre un’animale rischia di morire perché ridotto in fin di vita da chissà quale folle, non fa di certo una bella figura.
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