Hank il gatto è arrivato terzo nella sfida al seggio del senato in Virginia che si è svolta negli ultimi giorni. C’è bisogno di un cambiamento nel mondo della politica. Lo sappiamo. E nonostante gli americani abbiano riconfermato Obama come presidente degli Stati Uniti, le cose da quelle parti non sono diverse che da noi. Un gatto candidato al Senato degli Stati Uniti, che conquista oltre 6.000 voti ne è l’esempio più evidente. Ma chi è Hank, il gatto che è riuscito ad ottenere questo successo?
Si tratta di un ex randagio di circa 9 anni, un simil Main Coon, salvato dalla strada da un gruppo di animalisti che lo ha fatto anche adottare. La sua candidatura è stata annunciata nello scorso mese di febbraio. Un’idea che serviva a promuovere campagne di adozioni dei randagi, raccolta fondi per i gattili o per le cure dei mici di strada. La campagna elettorale è stata però seriamente condotta, attraverso un sito internet ed una pagina di Facebook, dedicati al gatto candidato, che non si è fatto mancare neppure uno spot televisivo: eccolo.
E così il candidato per il “Jobs, Animal Rescue/Spay & Neuter programs, and Positive Campaign Reform” si è classificato terzo dopo il democratico Tim Kaine (che ha vinto) ed il repubblicano George Allen. Hank il gatto è stato votato nello spazio bianco delle schede elettorali e con un serio discorso online sul suo sito, ha ringraziato tutti coloro che lo hanno votato:
“Con la vostra generosità incredibile e il vostro costante supporto, abbiamo salvato centinaia di vite, offerto una possibilità a tante creature e molte famiglie sono state arricchite da un nuovo membro. In numerosi hanno visto rinascere la propria fiducia verso un cambiamento del nostro sistema politico”.
Hank non ha ottenuto la “poltrona”, ma ha già dato vita all’attuazione del suo programma, investendo i 16.000 dollari raccolti in questi mesi di campagna elettorale, a favore di sterilizzazioni gratuite ed altri impegni contro il randagismo. Sono questi i politici che tutti vorremmo. O no?
Photo Credits|oysteinarbo su Flickr