Stamane cercando qualche notizia carina da proporvi sui gatti, sono rimasta purtroppo colpita da eventi negativi: un gran numero di denunce e segnalazioni che hanno per protagonisti gatti torturati ed uccisi. In tutta Italia. A Grosseto, è stata la volta di un micio ferito con un fucile ad aria compressa: è stato soccorso e condotto da un veterinario, lo stesso che ha visto perire nei giorni scorsi il gatto domestico Bombolo, a causa di medesime lesioni.
Un fucile o una pistola ad aria compressa ha colpito anche un altro sventurato gatto, Spartaco nei pressi di Imola: anche lui ferito in modo serio, è stato condotto dalla sua proprietaria dal veterinario per le cure del caso. Non era dunque un randagio, neppure lui, ma un micio di casa con tanto di microchip ed iscrizione all’anagrafe felina.
E poi Brindisi: Nerone è stato preso a fucilate e poi investito con la macchina. E’ sopravvissuto, grazie ai rapidi soccorsi, ma non potrà più camminare. In questa città, denuncia Antonella Brunetti vicepresidente Aidaa i casi di torture ed uccisione di gatti innocenti sono ormai all’ordine del giorno e non si riesce purtroppo a salvarli tutti o a bloccare questo assurdo massacro. Sempre a Brindisi, proprio ieri ad esempio, in località Lendinuso è stato ritrovato in fondo al mare un gatto morto, ferito, con un cappio al collo legato ad un masso.
Questi quattro casi sono bastati per farmi venire il mal di stomaco ed una profonda tristezza: non riesco a comprendere come degli esseri umani possano fare queste cose. Le amministrazioni locali inoltre raramente sono attive nel cercare di prevenire in qualche modo questi eventi: purtroppo, bisogna dirlo, il più delle volte sono inermi. Resta a noi allora il dovere di denunciare i casi di maltrattamenti di animali laddove ce ne accorgiamo: spargiamo la voce, ricordiamo a questi incivili come la legge condanni e punisca ogni atto di violenza nei confronti degli animali. Nello specifico l’art. 7 della legge 281 del 14.08.1991 afferma:
“E’ vietato a chiunque maltrattare gatti che vivono in libertà” ;
l’uccisione e il maltrattamento di animali sono reati penali perseguibili anche con il carcere (articoli 544 bis e ter del codice penale).
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PENA DI MORTE A CHI UCCIDE QUESTE BESTIOLINE INNOCENTI