I ganti randagi o selvatici che sono nati quasi sempre all’aperto e sono abituati anche a condizioni atmosferiche e di vita piuttosto estreme, possono avere delle grosse difficoltà ad interagire tranquillamente con gli uomini. Questo almeno se non vengono addomesticati, o se non imparano ad avere fiducia nei confronti di esseri viventi di un’altra specie.
Lo stesso, però, può essere valido per i mici abbandonati da piccoli o che si sono persi senza ritrovare la strada e, piano piano, hanno ripreso abitudini del tutto differenti dagli esemplari coccolati fra le quattro pareti domestiche.
Non mancano ancora i gatti sia randagi o che hanno avuto, in passato, dei contatti con le persone, che per il loro carattere tranquillo, riescono ad entrare in totale confidenza con gli esseri umani e si lasciano addomesticare. Questo, almeno, se vengono catturati quando sono ancora molto giovani. Del resto, considerando le loro condizioni di vita e le ridotte aspettative di vita fino a quando restano per strada, i cuccioli che possono trovare una famiglia, un rifugio sicuro e al calduccio e un pasto quotidiano, sono veramente molto fortunati.
Le gatte selvatiche, di solito, scelgono un posto tranquillo e isolato per partorire, meglio se del tutto nascosto, proprio per garantire ai cuccioli per diverse settimane la giusta privacy e scongiurare pericoli per i piccoli. Questi ultimi restano lontani da qualunque contatto con l’esterno, fino a quando iniziano a giocare e a correre, ma allora diventa abbastanza difficile prenderli. In ogni caso, per evitare qualunque rischio per la loro incolumità, meglio non portarli a casa, eventualmente, prima delle quattro o sei settimane di vita. Se, invece, si catturano gatti più grandi, il processo di addomesticamento potrebbe anche funzionare, ma i tempi si allungherebbero moltissimo.