Fare amicizia con i gatti per molte persone è una impresa: ora una ricerca viene loro in aiuto e spiega che per fare provare al felino simpatia nei propri confronti, socchiudere gli occhi potrebbe essere un bel punto di partenza. In fin dei conti, basta scegliere il linguaggio giusto per comunicare con i nostri animali.
Socchiudere gli occhi per comunicare con i gatti
Ovviamente non si tratta di una semplice chiusura di occhi fine a sé stessa: è importante seguire un ordine e una modalità ben precisa. In poche parole, per far sì che un gatto provi simpatia per noi bisogna socchiudere lentamente gli occhi e poi serrare le palpebre per un paio di secondi. Quelli che a noi possono sembrare come gesti senza senso, sono in realtà l’opposto: questa espressione viene infatti interpretata dal felino come un segnale positivo, in pratica l’equivalente di un sorriso per gli umani. E da lì, di solito, può avere inizio una sorta di dialogo composto da sguardi.
Illusione umana? No: è il risultato di uno studio che ha analizzato il comportamento di oltre 40 gatti, condotto dagli scienziati dell’Università del Sussex e di quella di Portsmouth. I risultati della ricerca sono stati pubblicati sulla rivista Scientific Reports.
La possibilità di interagire anche con i gatti più difficili è sempre stato il sogno di qualsiasi padrone o potenziale tale: i ricercatori inglesi hanno quindi deciso di lavorare sul “problema”, verificando se fosse possibile instaurare un dialogo con i mici. Nel corso della prima sperimentazione dello studio, i ricercatori guidati da Tasmin Humphrey e Karen McComb hanno scoperto che i gatti rispondono agli ammiccamenti dei loro proprietari socchiudendo gli occhi a loro volta, come se tra i due si stabilisse un contatto preciso. Nel corso della seconda, condotto coinvolgendo persone estranee ai gatti in analisi, è stato possibile rilevare come i gatti si avvicinino più facilmente alla mano di un estraneo se questo mette in pratica la tecnica degli occhi socchiusi.
Possibile imitazione felina dei gesti umani
Questo approccio quindi avrebbe successo a prescindere dalla casistica.Come ha spiegato il prof. Tasmin Humphrey:
E’ possibile ipotizzare che i gatti abbiano sviluppato questo lento ammiccamento perché noi umani lo percepiamo come un segnale positivo: i gatti potrebbero aver imparato che gli umani li premiano quando rispondono allo sguardo. E’ anche possibile che l’ammiccamento sia nato nei gatti come un modo per interrompere uno sguardo fisso, che può essere interpretato come una minaccia nelle interazioni sociali.
Il riuscire a trovare modi diversi per interagire tra felini e umani potrebbe migliorare di gran lunga il benessere di questi animali, rendendo più facile interazioni specifiche come quelle condotte nei rifugi o dal veterinario.