La Nuova Zelanda mette al bando i gatti: è quanto sta accandendo nella contea di Wellington, dove i poveri felini che vivono sul territorio sono accusati di uccidere gli uccelli nativi della zona, come i kaka, i tui e i bellbird. Risultato? I padroni sono caldamente invitati dalle autorità a non lasciare i mici liberi ma di tenerli in casa oppure di non acquistare più animali domestici. Immediato l’intervento della Royal New Zealand Society per la prevenzione contro la violenza agli animali domestici, che scende in campo per dire no a questa assurda caccia al gatto. Raewyn Empson, conservation manager di Zealandia che è l’oasi naturali dove questi uccelli nativi sarebbero tutelati, dichiara:
Non chiederemmo mai a nessuno di sbarazzarsi del proprio gatto. Però ce la sentiamo di chiedere ai proprietari di felini di non comprare un nuovo micio, quando quello vecchio muore. I gatti sono predatori versatili e killer per istinto, sono capaci di uccidere per tutta la loro vita, quindi per 15-20 anni.
Persino lo stesso direttore dell’oasi a rinunciato ad acquistare un nuovo micio quando il precedente è passato a miglior vita dopo 18 anni di vita insieme. Per quel che riguarda l’entità della popolazione felina, si segnala come la Nuova Zelanda possieda ben 220 gatti per chilometro quadrato di terra: moltissimi esemplari se si pensa alla scarsità della popolazione e delle zone abitate dell’isola. La Royal New Zealand Society per la prevenzione alla crudeltà sugli animali è intervenuta affermando che, mentre da un lato può essere positivo cercare di tenere i gatti in casa, dall’altro non si può minimamente pensare di ridurre la loro presenza sul territorio.
Il gatto domestico è un cacciatore pigro che al massimo corre dietro a un topo, ma è difficile che uccida un uccello commentano. Ed in effetti, come dare loro torto? Per evitare che il micio di casa si trasformi in un predatore, ricordate di nutrirlo adeguatamente e di fornirgli qualche giocattolo per distrarlo dal suo animo cacciatore e fare sfogare i suoi istinti.
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