Quando il gatto non c’è i topi ballano, dice un vecchio proverbio che viene però incredibilmente sfatato.
Pare infatti che i gatti non siano poi i grandi predatori di topi che tutti credono almeno stando a quanto sostiene un recente studio condotto dalla Fordham University, negli Usa, e pubblicato su Frontiers in Ecology and Evolution.
Si è sempre stati portati a pensare che i gatti siano grandi predatori di topi che sarebbero di fatto le loro prede preferite, ma sembra che non sia affatto così.
Lo studio confermerebbe invece che i gatti preferiscano di gran lunga delle prede più piccole e più indifese, in particolare uccelli e piccola fauna nativa.
Lo studio è stato condotto attraverso l’osservazione di un consistente numero di gatti randagi che hanno invaso qualche tempo fa un centro di riciclaggio di rifiuti di New York dove si era registrata anche la presenza di 100 topi precedentemente microchippati.
Ebbene osservando i comportamenti dei gatti, sono emerse non poche sorprese: gli studiosi sono partiti con l’intenzione di osservare le conseguenze della presenza dei gatti su una serie di comportamenti comuni dei ratti o eventualmente sulla loro direzione di movimento.
Osservando le immagini raccolte nell’arco di quasi 90 giorni ecco arrivare le sorprese. Nell’arco del tempo preso in considerazione, si sono osservati solo ed esclusivamente tre gatti rimanere attivi accanto alla colonia di ratti ogni giorno, registrando solo 20 eventi di caccia al topo e due morti. D’altra parte i riti hanno evitato accoramenti la presenza dei gatti, ma la conclusone dello studio è stata chiara.
I gatti sono certamente in grado di predare i topi cittadini, ma è anche vero che devono presentarsi le giuste condizioni perché possano effettivamente farlo. Insomma, per predare il topo, il gatto, deve essere non solo affamato, ma non deve neppure avere alternative alimentari meno rischiare a disposizione.
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