Quando un gatto inizia ad avere qualche anno sulle spalle, è soggetto ad acciacchi ed a patologie, spesso croniche e degenerative, come ad esempio l’insufficienza renale: si tratta di una malattia che può colpire anche gatti giovani ma con meno frequenza rispetto a quelli più anziani, riducendo le funzionalità complessive dei reni. La malattia colpisce i nefroni, piccolissime strutture che si trovano nei reni e che hanno lo scopo di eliminare le scorie dell’organismo, regolando altresì la produzione di potassio, calcio, fosforo e sodio. Non solo: i nefroni inoltre producono la renina, una sostanza che regola la pressione del sangue. Ecco perchè il loro corretto funzionamento è indispensabile epr il benessere felino!
I nefroni danneggiati a poco a poco muoiono, rendendo il rene sempre più piccolo e incapace di filtrare correttamente le scorie: ma quali sono i fattori a rischio per tale patologia? E come diagnosticare l’insufficienza renale? I fattori a rischio possono essere molteplici: dall’alimentazione all’ipertensione, infezioni semplici oppure può essere dovuta a cause genetiche o tumori. Un trauma renale, il calo del flusso sanguigno nei reni o un’ostruzione urinaria completano il quadro delle casistiche veterinarie. Alcuni elementi poi aumentano l’insorgenza di tale patologia, come l’età avanzata, la razza (il gatto abissino, balinese, birmano e siamese sono i più colpiti), una dieta con elevata presenza di fosforo, proteine e sodio.
Come riconoscere l’insorgenza dell’insufficienza renale? Il gatto di casa può manifestare una crescente sete, cui segue un ricambio della lettiera più frequente, successivamente possono manifestarsi sintomi come il vomito, appetito irregolare, rifiuto del cibo con conseguente perdita di peso. Dal punto di vista neurologico sorgerà anche depressione, perdita di vitalità, pigrizia. Lesione delle mucose dovute a disidratazione, respiro affannoso e convulsioni si possono manifestare in uno stadio di malattia avanzato. L’importante è diagnosticare per tempo tale patologia, portando il micio dal veterinario, il quale attraverso esami di routine, come esami delle urine e del sangue, saprà consigliare la terapia più indicata.
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