Il gatto è davvero un animale estremamente misterioso e averlo accanto sembra portare bene, a dispetto di quanto si pensava nel Medioevo soprattutto in merito a quelli con il pelo nero. Tra leggende e credenze, ci sono invece moltissimi elementi che contraddistinguono la specie e la rendono davvero unica ed amabile. Vediamo insieme qualche peculiarità di tale amico a quattro zampe:
- sullle monete antiche che sono state trovate nella città di Taranto, si trova Taras, che fondò la città mentre gioca con un micio. E’ possibile che proprio lui, a livello leggendario, abbia introdotto l’animale nel Belpaese. In verità, però, era arrivato nelle colonie greche dell’Italia meridionali, proprio per i nostri frequenti rapporti con l’Egitto.
- anche se oggi la maggior parte dei gatti non da più la caccia ai topi, in verità ne è esistito uno che ha fatto fuori davvero questa creatura senza sbagliare un colpo. Si tratta, in particolare, di un esemplare inglese della città di Lancashire, che giunto alla veneranda età di 23 anni, aveva già cacciato più di ventimila topi. Esisteva, poi, una gattina londinese di sei anni che uccideva cinque topi al giorno ed è riuscita a catturarne ben 12mila.
- conoscere alla perfezione chi sia l’antenato del gatto domestico e quando sia vissuto è impossibile. Tuttavia, negli ultimi anni, gli studiosi si sono impegnati molto in questo senso e si pensa che le razze di gatto domestico a pelo corto discendano dal gatto selvatico fulvo (Felis lybica), di origine africana, addomesticato dagli antichi egizi forse già nel 2500 a.C.Successivamente fu introdotto in Europa dai crociati, dove si mescolò ai gatti selvatici indigeni, di dimensioni più piccole. Da qui si crearono nuove razze anche piuttosto velocemente. Se parliamo, invece, delle razze a pelo lungo derivano, probabilmente, dal manul o gatto di Pallas (Felis manul), di origine asiatica. Nel corso dei secoli i gatti hanno conservato le loro dimensioni. Oggi, infatti, raggiungono circa 3,6 kg di peso allo stadio adulto. Non si è modificato nemmeno il loro istinto di cacciatori solitari.