Sono oltre 90mila le firme raccolte nell’arco di una sola settimana per la petizione #FreeMiro per chiedere la liberazione di Miro, un pastore maremmano, che vive a Roverè della Luna in provincia di Trento e che è stato sequestrato e condotto in un canile a Marco di Rovereto, con l’accusa di abbaiare troppo e di disturbare i vicini. Obiettivo: 150mila firme.
La notizia arriva dal quotidiano locale Corriere del Trentino che qualche giorno fa ha raccontato che il cane era già stato oggetto di due decreti penali, uno a ottobre scorso e un altro a gennaio (con 154 e 70 euro di multa): alla fine è scattato il sequestro da parte dei Carabinieri che hanno tentato inutilmente di placare gli animi dei vicini esasperati, a quanto pare, dal continuo abbaiare del cane che toglierebbe loro il sonno.
La coppia, proprietaria di Miro, si difende spiegando che il vicino è a 300 metri di distanza e che nessuno, oltre a lui, si è lamentato del cane, ma il sequestro è comunque scattato. Il processo per decidere della sua sorte è fissato a fine aprile, ma intanto a muoversi è stata Eva Munter, la sua padrona che su change (qui per aderire), ha lanciato una petizione per liberare Miro portandola all’attenzione del Tribunale del Riesame di Trento accompagnata da un toccante appello.
Il 22 marzo Miro, il mio cane, è stato prelevato dai Carabinieri, sequestrato e portato in un canile (Pan Ente Provinciale Protezione Animali E Ambiente a Rovereto -TN-) perchè accusato da un vicino di abbaiare.
Miro è un pastore abruzzese di circa tre anni, che viveva a Roverè della Luna, un piccolo paese in provincia di Trento, in una casa con giardino.
E’ bastato che una sola persona dichiarasse che il cane abbaiava per dar via a questa assurdo provvedimento, nonostante il resto del vicinato non avesse lamentato rumori molesti o fastidio, anche con le finestre aperte. Più volte le Forze dell’Ordine sono accorse sul posto in seguito alle chiamate del mio vicino e tutte le volte hanno constatato che Miro non stava abbaiando. Nonostante questo la vicenda è andata avanti con due querele, trasformate poi in due decreti penali di condanna, per l’abbaiare del cane che non permetterebbe loro di dormire. Un’accusa infondata, dal momento che il cane di notte viene fatto entrare in casa, proprio per evitare ogni possibile disturbo.
Ora è chiuso in uno spazio ristretto, senza la sua famiglia e lontano da chi lo ama. Questo è il provvedimento preventivo richiesto dal suddeto vicino che si definisce “amante degli animali”, in attesa che la situazione si chiarisca. Ma per farlo si dovrà attendere il processo dibattimentale in Tribunale a Trento che è fissato per fine aprile.
Miro non può stare rinchiuso in un canile.
Miro fa parte della mia famiglia. E’ amato, protetto, felice. Ha una casa e un grande giardino in cui correre e giocare. Miro ci è stato portato via, ci è stato tolto come se fosse un oggetto e non una creatura vivente con sentimenti ed emozioni. Gli unici sequestri di cani dei quali ho trovto notizia sono stati emanati per proteggere i cani stessi da padroni negligenti o violenti. L’unico effetto di questo provvedimento, invece, è quello di danneggiare Miro e di farci soffrire. Chiedo quindi, per favore, di sospendere questa istanza di sequestro e di permetterci di affrontare il processo in corso fianco a fianco dell’animale che da anni è entrato nel mirino del querelante.
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