Che i cani riuscissero a “fiutare” la presenza di tumori è un’ipotesi già avanzata da diversi ricercatori. L’argomento, infatti, è di grande interesse, poiché i nostri amici a 4 zampe sarebbero in grado di scovare un cancro quando ancora non è stato diagnosticato, e presto, anche in Italia, partirà una sperimentazione.
Un addestratore italiano, Marco Sincovich, si sta formando in Inghilterra, e nel frattempo sono stati già individuati 6 cani tra i quali scegliere il “pioniere” italiano: 3 Labrador, un Border Collie, un bracco tedesco e un pastore Malinois.
Il progetto è opera di Medical Detection Dogs Italia Onlus (Mddi Onlus), associazione senza fini di lucro che sostiene la ricerca scientifica medica sull’impiego dell’olfatto del cane per il rilevamento di malattie. L’obiettivo di Mddi, infatti, è quello di salvare animali abbandonati e destinati a una fine tragica o a una vita di randagismo per formarli ed educarli a scovare i tumori grazie al loro fiuto, e a rilevare le crisi legate a diverse patologie metaboliche come il diabete, la narcolessia e il morbo di Addison.
Il progetto è frutto dell’incontro e della collaborazione di studiosi italiani con esperti inglesi, già da diversi anni impegnati nelle ricerche sull’uso diagnostico dell’olfatto dei cani.
L’animale, infatti, avvisando il proprietario-malato, potrebbe così evitare eccessive medicalizzazioni, in molti casi l’ospedalizzazione e crisi anche potenzialmente mortali. Al riguardo, sono state condotte già diverse ricerche a livello internazionale, con risultati davvero sorprendenti.
Uno degli ultimi studi, è stato condotto in Germania da un gruppo di esperti della clinica Schillerhoehe di Gerlingen. I cani erano stati addestrati a riconoscere la presenza di tumore ai polmoni, scovato in 71 casi su 100, inoltre, sono stati in grado di distiguere i pazienti sani da quelli malati in 372 casi su 400.
I nostri amici a 4 zampe, compagni fedeli e affettuosi, si rivelano sempre più preziosi anche per la nostra salute.
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