Anche i gatti possono essere colpiti da filariosi cardiopolmonare, esattamente come i cani, benché con un’incidenza estremamente minore. Questa patologia è caratterizzata dalla presenza di un parassita, la filaria che si insinua e si sviluppa nella parte destra del cuore dell’animale, sviluppandosi come un verme, lunghissimo, fino a soffocare l’organo vitale.
Come avviene l’infezione della filaria nel gatto
L’infezione avviene tramite il morso di una zanzara: dopo circa due mesi dalle larve iniziali si formano dei vermi immaturi che cominciano a farsi strada in una vena periferica fino a raggiungere il ventricolo destro e le arterie polmonari. Nei gatti, la larva può disorientarsi e migrare in altre cavità del corpo e del sistema nervoso centrale. In 6 mesi i vermi raggiungono la lunghezza di 30 centimetri l’uno. Nei mici, al contrario dei cani, il sistema immunitario ha una maggiore risposta che blocca la produzione di nuove larve da parte dei vermi adulti, che comunque non raggiungono mai concentrazioni altissime come negli altri amici dell’essere umano.
La filaria è pericolosa per il gatto?
Nonostante quanto detto, la filaria è egualmente pericolosa per i gatti: date le piccole dimensioni del loro cuore, bastano uno o due vermi adulti a creare seri danni se non addirittura la morte improvvisa. E’ per questo motivo che non bisogna mai abbassare la guardia e prestare sempre attenzione ai sintomi. La malattia è molto più grave nel micio.
Quali sono i sintomi della filariosi cardiopolmonare nel gatto?
I segni di un’infestazione da filaria sono: tosse continua e senza apparente motivo che peggiora con l’esercizio fisico, espettorato con sangue, letargia, perdita di peso e pelo rovinato ed indebolito. La sintomatologia lascia presupporre all’inizio un’asma o una allergia che irrita i bronchi. Questa fase non è pericolosa, ma quando dopo due o tre anni le prime filarie cominciano a morire (rimanendo in situ), il respiro del gatto, soffocato dalla presenza di sempre più vermi, si fa affannoso e molto complicato: a quel punto può subentrare l’insufficienza cardiaca correlata anche a perdita d’appetito e vomito. Una terapia è possibile, da concordare con il medico veterinario dopo un’accurata diagnosi.
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