La scelta delle essenze floreali per la cura degli animali da parte dell’uomo, è relativamente nuova, anche se persino i popoli dei secoli passati ne conoscevano gli effetti. Oggi, inoltre, ci sono in giro varie correnti di pensiero e non tutti si accostano alla medicina naturale, ritenendola in qualche caso troppo leggera e poco utile, a seconda del disturbo. In verità, però, gli stessi amici a quattro zampe e più in generale tutte le creature che riguardano il mondo della fauna, cercano dei vegetali che li facciano stare meglio o che siano in grado di migliorare il loro stato di salute.
Se prendiamo come esempio i gatti, questi non di rado amano rotolarsi tra le foglie dell’erba gattaia, che da loro ha preso il nome; qualche cucciolo, poi, potrebbe trovare saporiti persino i petali di rosa, come raccontano molti proprietari di questo tenero felino. Gli indiani, invece, si sono accorti che i passeri non disdegnano affatto le foglie delle strelizie ricche di chinina. Le utilizzano anche per rivestire il nido, se arriva la malaria. Si passa, poi, in Africa dove gli studiosi hanno notato che la femmina mestruata del babbuino mastica le foglie della senna, nota per le sue proprietà analgesiche e in grado di alleviare i dolori e i crampi, tipici di tale periodo del mese.
Le foglie d’aspilia, sono un pasto ghiotto per gli scimpanzè della Tanzania, una pianta che somiglia molto al girasole. Tale vegetale, inoltre, contiene pure una sostanza al suo interno, che riesce a combattere batteri e funghi dannosi. Grandi “erboriste” sono, ancora, le scimmie che si nutrono dei frutti del Balanites aegyptiaca per curare le infezioni parassitarie o le foglie del Solanum incanum che calma la diarrea. Con le essenze floreali, però si va incontro pure ad una discreta potenze guaritrice, grazie ad una speciale energia che colpisce non solo a livello fisico ma anche mentale.
foto di: grassa e bella