Il giudice di di Milano, Damiano Spera, potrà anche aver sentenziato che quando perdiamo un animale non c’è alcun danno morale, ma se sempre più italiani decidono di lasciare i loro beni agli animali domestici piuttosto che a familiari ed amici, qualche legame affettivo dovrà pur essersi stabilito tra i tuttozampe e le persone. Molto stretto, direi, a giudicare dalla cifre diffuse dall’AIDAA, l’Associazione Italiana per la Difesa di Animali e Ambiente, sulle eredità di cui sono potenziali beneficiari cani, gatti & co: pensate un po’, ben 35 miliardi di euro.
E diciamo potenziali, perché si tratta di stime calcolate sulla base di un sondaggio rivolto ad un campione di 3.000 famiglie italiane su un totale di 10 milioni di famiglie che detengono animali domestici.
Dai risultati si evince che il 20% degli intervistati vuole stanziare una cifra per il mantenimento degli animali dopo la dipartita o ancora dare in beneficenza denaro ad associazioni che si occupano della tutela e della difesa dei diritti degli animali.
Il 6% intende lasciare tutta o parte dell’eredità ad un tutore che si prenda cura del cane piuttosto che del gatto anche se, tra il dire ed il fare, ci sono di mezzo figli, parenti ed amici che solitamente vengono privilegiati, come è giusto che sia, al momento di farlo davvero il testamento e non di rispondere ad un semplice sondaggio.
Il 43% degli interpellati ha pensato almeno una volta di lasciare tutto in eredità al cane o al gatto di casa, chi lo sa, magari quando si è arrabbiati con il mondo e ci si sente soli e gli unici che vengono a consolarci sono proprio i nostri pets, si fanno anche di questi pensieri. Il 31% degli intervistati, infine, non ci pensa neanche a lasciare l’eredità ai quattrozampe.
Ma allora questi 35 miliardi da dove escono fuori? Tra le domande si chiedeva quale fosse la quota media che si vorrebbe destinare nel testamento a Fido e Micio e la cifra, per la maggioranza degli intervistati, si aggirava intorno alle 15 mila euro, per il 3% corrispondeva invece all’intera eredità, e quindi molto più cospicua, e infine per il 30% era pari a…zero! Dalla media di queste cifre l’AIDAA ha stabilito che la quota media da destinare agli animali è di 35.000 mila euro che, moltiplicato per il totale delle famiglie italiane che possiedono un animale domestico, corrisponde esattamente a 35 miliardi di euro.
Calcoli un po’ astrusi da prendere con le pinze. Lo spiega lo stesso Lorenzo Croce, presidente AIDAA, affermando che
si tratta di un sondaggio che deve essere preso con tutte le riserve del caso ma sicuramente dà un quadro dell’amore diffuso per i propri animali domestici a volte anche a scapito dei figli o dei parenti. Tra gli intervistati che donerebbero tutto il proprio patrimonio per il benessere degli animali solamente un quarto è composto da persone sole o senza eredi diretti. Noi come AIDAA forti del fatto che non possiamo accettare donazioni di alcun genere a livello testamentario abbiamo da diverso tempo attivato il servizio di consulenza per i testamenti a favore di chi si occupa di animali. In quanto in Italia non è possibile lasciare direttamente le proprie sostanze agli animali ma solo a chi si prende cura di loro.
[Fonte: Ilpuntoamezzogiorno.it]