E’ una notizia insieme triste e curiosa, ma del resto assolutamente vera secondo quanto conferma Aidaa, l’Associazione Italiana Difesa Animali e Ambiente. Sembra, infatti, che il 2010 sia l’anno dell’abbandono di cani maremmani, soprattutto nella regione del Lazio e si tratta di una tendenza così pericolosa quanto presente ed è necessario trovare il modo di intervenire subito, per bloccare un fenomeno in crescita che potrebbe aumentare nei prossimi mesi. Nei giorni passati si era parlato di nuove razze che stavano vivendo il dolore legato a maltrattamenti o rifiuto da parte dei padroni, come roditori, pesci e addirittura cavalli, ma adesso si ritorna a puntare il dito sugli amici a quattro zampe e, addirittura, sul compagno più fedele che l’essere umano conosca da sempre.
In una nota, dalla stessa associzione che da sempre si impegna a denunciare situazioni al limite e a ricercare una soluzione, magari insieme a coloro che gli animali li adorano, conferma che si parla di: “Un vero e proprio boom di cani maremmani,prevalentemente cuccioli, abbandonati nelle zone rurali tra Lazio, Toscana e Umbria, un fatto questo che si ripete da alcuni anni ma che quest’anno ha assunto proporzioni davvero inaspettate”.
Eppure si tratta di una razza socievole e molto legata ai padroni, ma per molti la pietà, l’affetto e l’amore non esistono: “I cani maremmani vaganti sono diverse centinaia e quasi tutti cuccioli. I cuccioli appartenenti a cucciolate nate da cani pastori maremmani allo stato semi-brado (sono quasi tutti figli di cani da pastore usati per la cura delle pecore) una volta svezzati vengono abbandonati al loro destino. Molti di loro sono stati catturati e rinchiusi nei canili ma molti altri sono ancora allo stato brado e vanno ad infoltire la popolazione canina randagia che nella zona di confine tra le tre regioni è calcolata il oltre 15.000 esemplari di cani randagi allo stato brado”.
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