Dino ormai è più un mito che una preoccupante realtà: ha iniziato nell’inverno scorso ad uccidere pecore e altri animali allevati dall’uomo nel Nord Italia e per mese è stato in grado di beffarsi di tutti riuscendo a sfuggire grazie ad un radiocollare non più in funzione. Ben presto, si sono fatti spazio i fans in aumento di mese in mese, che hanno deciso di sfoggiare magliette e gadgets dedicate “all’eroe” del momento, mentre si moltiplicavano i gruppi su facebook che lo celebravano. Adesso potrebbe essere arrivato il momento di cedere lo scettro ad un degno successore e, vista l’estate agli sgoccioli, il nuovo caso “dell’orso fuggitivo” potrebbe essere montato ad arte o anche, perchè no, essere reale.
Nel bellunese, vicino a Castellavazzo, l’incubo è tornato ma la maggior parte delle persone non pensa che si tratti di Dino, ma di un altro esemplare della stessa specie. In ogni caso, dopo gli avvistamenti nei mesi scorsi nel vicentino, la polizia provinciale di Belluno si è occupata di prelevare i campioni di pelo ritrovati per analizzarli e confermare la sua provenienza. Attualmente, i vari spostamenti dell’animale sono tenuti sotto controllo a partire da quando fu segnalata per la prima volta la sua presenza. Il 16 agosto scorso, un apicoltore di Langarone ha denunciato il pericolo orsi, per via della presenza di uno di essi che gli aveva distrutto un’arnia.
Qualche ora dopo, poi, l’orso ha lasciato alcune impronte nella zona di Castellavazzo e qui un allevatore ha trovato le carcasse di alcune pecore. Gli abitanti del luogo, ovviamente, cominciano ad essere preoccupati e, che si tratti di Dino o di un vicino parente, poco importa, l’importante è che non faccia male a nessuno. Eppure si pensava che ormai fosse fuori dall’Italia e arrivato addirittura in Slovenia, nel luogo dove pare sia nato, ma venti pecore sono state sbranate in poco tempo e i pastori tornano ad avere molta paura.
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